Archivi del mese: Luglio 2014

Ho incontrato un poeta

Un paio di giorni fa ho incontrato Carmine, un mio paziente che, chiacchierando, mi ha rivelato di scrivere poesie e me ne ha lette alcune. Una mi è piaciuta in modo particolare e la riporto, anche a beneficio di chi non lo conosce: è un modo per condividere le emozioni con gli amici

A Eleonora mia figlia
 Mi ritrovo spesso a scavare nei miei ricordi
più ardui e nascosti.
E squarciando il velo di cui sono coperti mi scopro ora
assassino di questo tempo.
L’affanno che pago per trovare di me il meglio,mi strema.
Quindi mi perdo,come se la caccia di ciò,fosse vana..eterna..inutile.
Poi ti guardo dormire…
E scopro (attraverso te che sogni)la mia parte divina..
che è in tutti,
che io ADESSO ho trovato.
Moltiplicando la mia carne ho potuto anche io sentire il SUO soffio.
Dunque sei qui..
E non più mi affanno,nessun’arma da imbracciare per la caccia,
dita non più sanguinanti per scavare..
Ti svegli.
E attraverso i tuoi occhi,si riflette,la mia essenza.
L’anima mia.
Assonnata mi guardi..
E io..io finalmente posso dormire.
Carmine LAGNESE

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con lui

“Hai sentito? Il nostro capo è morto”.
“Si’. E’ tutto il tempo che mi sto chiedendo chi è morto con lui…?”.
“Come sarebbe… ‘con lui’ ?”.
“Ma si, ho visto che c’era scritto ‘…con lui muore uno dei nostri più indefessi lavoratori…”.

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El grano de trigo (il chicco di grano)

Giornata strana oggi. Un anno fa eravamo in tanti fuori dalla Rianimazione del Gemelli ad attendere notizie di Giacomo, a pregare per lui, fino a quella tragica mattina del 23, quando Jack ci ha salutato per sempre. Oggi ci siamo ritrovati a Castel Gandolfo, a “Casa Nostra”, con i suoi amici di sempre e noi genitori, amici di Ale e Stefano, i genitori lacerati da questa incomprensibile tragedia che è la perdita di un figlio, l’unico figlio.

Messa all’aperto, suggestiva, con il contorno vocale delle cicale e degli uccellini e don Nunzio che è riuscito a trovare le parole giuste per darci “speranza”. E, come Ale, ci si interroga con tante domande e tante non risposte. Riflettevo, ascoltando don Nunzio, sulle coincidenze di questo anno. L’impulso che hanno avuto, a Butembo, i lavori di costruzione di “Casa Nostra”, del piccolo Ospedale e dell’ambulatorio. La formazione che è finalmente partita per i medici locali. La nuova comunità che si è formata all’asilo grazie all’opera di alcuni genitori che vorrebbero riprendere il lavoro che la Compagnia Teatrale non è riuscita a completare. I nuovi stimoli che potrebbe dare a tanti di noi la nuova Associazione Giacomo Tavernese. E poi oggi, ad un anno esatto dall’ingresso di Giacomo in Rianimazione, due infermieri della stessa Rianimazione si sono sposati ed il matrimonio è stato celebrato proprio da don Nunzio. Sacerdote che mi ha stupito e che continua a stupirmi in senso positivo. E’ stato prontissimo a venire al Gemelli quando è stato chiamato al capezzale di Jack ed è stato prontissimo ad assumere su di sè il peso di diventare assistente spirituale per i pazienti della Rianimazione: al Policlinico Gemelli, Università Cattolica del Sacro Cuore non era contemplata la figura del cappellano. Quanti malati della Rianimazione hanno ricevuto conforto dall’opera di Don Nunzio? E lui sta adesso lì perchè ci è passato e ci è morto Giacomo. Il chicco di grano. L’affermazione di Magdalena ritorna prepotente: il chicco di grano deve morire per poter dare frutti. Ma Signore, perchè un ragazzo di 20 anni? E’ la non risposta fondamentale alle domande di Ale, di Stefano e di tutti noi: perchè?

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