Archivi del mese: Febbraio 2015

Puzzle fantasioso

Forse ho letto troppi libri di Tom Clancy, ma in questi giorni si stanno verificando sulla scena europea vari eventi, apparentemente slegati fra di loro, ma che mi son divertito a collegare come le tessere di un ipotetico e fantasioso puzzle

1) Tsipras vince le elezioni in Grecia, con una campagna elettorale sostanzialmente contro l’austerità e i sacrifici imposti dalla troika (UE, BCE, FMI) per sostenere economicamente la Grecia stessa

2) i separatisti filorussi in Ucraina, dietro i quali sappiamo tutti che c’è la lunga mano di Putin, improvvisamente intensificano le attività belliche ed i colloqui di pace saltano

3) L’Unione Europea minaccia ulteriori sanzioni contro la Russia

4) la Grecia ricorda all’Unione Europea che, per approvare nuove sanzioni, è necessaria l’unanimità di tutte le nazioni e la Grecia non darà il suo assenso

5) Putin si dice pronto ad aiutare anche economicamente il nuovo Governo greco fin da subito, prestando i soldi necessari a pagare la rata del prestito elargito dalla troika, in scadenza a fine febbraio, soldi che la Grecia non possiede. Senza aiuti il rimborso salterebbe e la Grecia sarebbe costretta a dichiarare fallimento

6) E’ implicito che l’aiuto di Putin non sarebbe disinteressato. La Russia acquisirebbe un devoto alleato nel centro del Mediterraneo, un vero e proprio cuneo a spaccare territorialmente la Nato separando la Turchia dal resto dell’Europa mediterranea

7) E’ altrettanto implicito che gli Stati Uniti non potrebbero tollerare una situazione del genere e il Presidente Obama si scaglia contro le misure economiche che strangolano i paesi più in difficoltà (“Basta spremere Paesi in crisi economica”)

Se tutto questo fosse collegato, quanto potrebbe reggere l’ostinazione tedesca a far muro contro le richieste di Syriza, che tra parentesi sono le richieste di gran parte dei Paesi in difficoltà? Più ci penso più mi sembra che tutti questi elementi siano ampiamente collegati e conseguenziali l’uno all’altro

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L’elezione del Presidente della Repubblica

Da ieri abbiamo un nuovo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la cui elezione ha di fatto terremotato il panorama politico italiano. Certamente si sta parlando di una degnissima persona con un alto senso dello Stato, profondo conoscitore della Costituzione (è giudice della Corte Costituzionale) e dei meccanismi parlamentari (insegna Diritto Parlamentare all’Università)

In questa “battaglia” che ne ha caratterizzato la designazione e poi l’elezione c’è un indiscusso vincitore, ed è Matteo Renzi. Aveva annunciato che il Presisdente sarebbe stato eletto alla quarta votazione e così è stato. Ha raggiunto l’obiettivo (non so ancora quanto durerà) di ricompattare il PD dando ad esso la parvenza di un partito vero e non di un gruppo di estranei dove ognuno porta avanti le sue idee senza preoccuparsi di quelle degli altri e quindi senza ricercare una sintesi. Gli è riuscito il miracolo di disintegrare il centrodestra nelle sue componenti: Alfano conta poco e niente e serve solo nell’ottica di portare quei senatori che garantiscono la maggioranza al Senato, tanto ha dimostrato che, al di là di qualche strillo di facciata, non farà cadere il Governo; è, anzi, sono troppo attaccati alle poltrone quelli dell’NCD e non hanno nessun interesse a tirare troppo la corda: Renzi ha dimostrato sufficiente spregiudicatezza per scaricarli ed additarli come responsabili di eventuali elezioni anticipate nel momento in cui si cominca ad intravedere qualche timido segnale di ripresa. Il Cavaliere ha trovato pan per focaccia: per 20 e più anni è andato avanti con la politica del doppio e anche del triplo forno, tutto funzionale ai propri interessi, salvo poi far saltare il tavolo una volta raggiunti i suoi obiettivi. Chiedere per eventuali lumi a D’Alema della Bicamerale da lui presieduta alla fine degli anni ’90, per esempio. Oggi si trova a competere con uno peggio di lui in quanto a spregiudicatezza, più giovane, con la stessa capacità di pifferaio magico sulla folla, se non maggiore. Già così non ci sarebbe partita; se poi ci aggiungiamo che il dottor Berlusconi non controlla il suo partito si capisce bene che anche il Cav, così come Alfano, sopporterà tutto pur di non andare al voto, evento che ne sancirebbe la fine politica o quasi. Rimane la Lega. Renzi sarebbe, credo, felicissimo se fosse Salvini il candidato del centrodestra alle prossime politiche. Praticamente avrebbe la vittoria in tasca. Troppo estremista Salvini per convincere appieno l’elettorato moderato che, nella sostanza, sta cercando il partito che raccolga l’eredità della DC, pronto a tuffarsi fra le sue braccia a capofitto. Il M5S, tanto per cambiare, ha perso l’ennesima occasione per rientrare in gioco ed essere parte attiva del gioco politico. D’altra parte i grillini sono troppo legati alle manie di protagonismo e all’ego smisurato di Beppe Grillo e Renzi sta prosciugandone il bacino elettorale. Con l’assurda imposizione del duo G&C (Grillo e Casaleggio), nessuna alleanza e nessun accordo con i partiti, si stanno chiudendo nel loro recinto, fanno una battaglia di bandiera sugli scontrini e sugli sprechi, strillano in Parlamento con proteste più o meno folcroristiche ma, nella sostanza, il carniere dei risultati rimane vuoto. Peccato. Hanno clamorosamente sbagliato i calcoli ad inizio di legislatura: sarebbe bastato appoggiare dall’esterno un eventuale governo Bersani, quindi con un ruolo assolutamente determinante, per diventare l’ago della bilancia ed essere veramente l’apriscatole del Parlamento. Così sono i rompiscatole e tali rimarranno. Non è un caso che il gruppo del M5S sia quello che ha avuto il maggior numero di cambi di casacca. E non ci si può nascondere sempre dietro la storia dei mancati rimborsi. Sarebbe il caso, almeno una volta, di fare una sana autocritica e ammettere di aver sbagliato

Sempre che, alle prossime elezioni, ci si presenti con questi partiti. La mia paura è che stia rinascendo la Balena Bianca. Se così fosse vorrà dire che moriremo tutti democristiani

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