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Dopo la strage di Parigi

Siamo tutti sconvolti dall’orrore per la strage di Parigi. Dopo aver letto e sentito i pareri più disparati, aggiungo, per quel che possono valere, anche le mie riflessioni sul tema
La prima e forse la più importante: non è una guerra di religione. Questo è ciò che più farebbe comodo ai carnefici dell’ISIS, perchè, da una posizione minoritaria nel mondo arabo, passerebbero per le vittime degli occidentali e dei “crociati” e allora si che la situazione diventerebbe assolutamente incontrollabile. Siamo di fronte a dei fanatici violenti, che, dietro lo schermo della religione, sfogano i propri istinti più belluini, dalla sete di potere dei capi, a partire dal cosidetto Califfo, al sadismo di chi sgozza “gli infedeli” o di chi rende le ragazzine schiave sessuali. Hanno fatto pensare di essere forti e hanno attratto combattenti con il miraggio della facile vittoria. Ma appena hanno trovato combattenti addestrati o più motivati, vedi i curdi, hanno mostrato tutti i loro limiti: i grandi, invincibili guerrieri di Allah sconfitti dalle donne curde a Kobane (e dall’aviazione americana)
La guerra che costoro stanno combattendo è principalmente contro altri arabi, altri musulmani, in primis gli sciiti. Basta solo un numero a farlo capire, reso noto dal Re di Giordania: l’ISIS ha finora ucciso 100.000 , si proprio 100.000 musulmani. Non è un caso che in Siria ed in Iraq contro l’ISIS a terra, a parte i curdi, siano impegnati soprattutto gli iraniani, direttamente con le loro “guardie della rivoluzione” e indirettamente con gli hezbollah libanesi. Le campagne contro gli occidentali sono un modo per accreditarsi fra i giovani musulmani che non vedono alcuna prospettiva per il loro futuro e sono facilmente condizionabili e una vendetta per gli attacchi che i Paesi occidentali hanno condotto contro di loro
Si tratta di una guerra non convenzionale e quindi assolutamente fuori dai soliti schemi. Le nostre città, al di là delle dichiarazioni di facciata di tutti i governanti, sono indifendibili. Sono stati dirottati aerei, colpiti i treni, le metropolitane, i ristoranti, i teatri, i supermercati, le redazioni dei giornali, i bistrot; in Medio Oriente è prassi mandare kamikaze nei mercati o nei luoghi di culto; hanno tentato di far entrare dei kamikaze in uno stadio di calcio. Se ci si pensa, nessun luogo può essere considerato inattaccabile, nessun luogo è sicuro, a meno di rinunciare alla nostra vita. Se vorranno, colpiranno anche in Italia, e magari in un modo e in un luogo del tutto diverso dagli altri e assolutamente impensabile. Bisognerà colpirli prima, per sperare di farla franca.
Al di là della risposta militare, serve comunque una risposta politica. Fra i capi militari dell’ISIS ci sono parecchi generali sunniti dell’esercito di Saddam, gente che sa combattere e che è spinta, secondo me, non da motivazioni religiose, ma dalla voglia di rivalsa per essere stata totalmente messa in disparte dal nuovo governo sciita che sta discriminando in ogni modo i sunniti. Una prima risposta, che deve necessariamente partire dagli USA, dovrebbe essere quella di imporre al governo di Bagdad un accordo onorevole con la minoranza sunnita che deve essere coinvolta ai massimi livelli nella gestione della res publica irachena, anche considerando la opportunità di creare una enclave sunnita dotata di una qualche forma di autonomia. Se si riuscisse a mettere in pratica questo, a mio avviso si prosciugherebbe in buona parte il sostegno della popolazione sunnita e tanti capi militari riconsidererebbero la loro posizione. Servirebbe anche che i Sauditi smettessero di finanziare sotto banco i jihadisti per indebolire Assad e l’Iran suo alleato, e mantenere il loro ruolo di alleati principali di Washington; sarebbe proprio una gran cosa
Penso anch’io che un intervento con truppe di terra sia inutile. Non si può occupare militarmente la Siria, si creerebbero troppi contrasti con la Russia. E poi, come fa notare il Presidente Obama, una volta che gli americani e i loro alleati si allontanassero, perchè non puoi tenere un Paese occupato per sempre, gli islamisti tornerebbero come e più di prima
Altre considerazioni rapide. Inutile inveire contro la politica dell’accoglienza: i terroristi di Parigi identificati erano tutti ragazzi nati e cresciuti in Francia, non certo arrivati adesso approfittando del flusso dei migranti. Si può discutere sul fatto che i servizi sapessero dei loro trascorsi in Siria o comunque del tentativo di entrare in Siria per combattere e non li abbiamo tenuti sotto stretta osservazione … meno male che non è successo in Italia, altrimenti alcuni leader politici, giustamente definiti sciacalli in questi giorni, darebbero fiato alle trombe e suonerebbero tutte le grancasse a loro disposizione per portare avanti una politica assolutamente razzista, gretta, che ci porterebbe indietro nel tempo, in periodi molto bui della storia italiana ed europea. Per dare un ulteriore esempio del livello della nostra classe politica e di quanto sia interessata al bene comune, basta pensare che in tutto l’occidente l’opposizione, nel rispetto dei ruoli, appoggia il Governo in carica per il bene supremo del singolo Paese. Indovinate in quale nazione europea ci si scanna, ci si insulta in maniera anche volgare pur di guadagnare un pugno di voti ….. che tristezza!!!!

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Mezzi di comunicazione ….

Sentita oggi alla radio: “I mezzi di comunicazione hanno mostrato in maniera significativa la loro partecipazione al dramma della Calabria con 24 ore di silenzio”. Della serie: senza parole.

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