Archivi del mese: Gennaio 2016

I nullafacenti della P.A.

Grandi titoli sui giornali per l’annuncio del Presidente del Consiglio Matteo Renzi circa il decreto che il Governo si appresta a varare per consentire il licenziamento entro 48 ore dei pubblici dipendenti che timbrano la presenza al lavoro e poi vanno a fare altro: la spesa, canottaggio, a vendere i fiori con la moglie, a dare una mano al bar, semplicemente a spasso, la lista degli esempi di questi ultimi anni è lunga.
Immancabilmente il sindacato ha fatto sentire la sua voce. Magari un ingenuo come me avrebbe ritenuto normale pensare che il sindacato si sarebbe scagliato contro i “furbetti del tesserino”, che gettano discredito su tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione. E invece, ancora una volta, ecco i sindacalisti pronti a schierarsi in favore di chi truffa. Ho letto frasi del tipo “in 48 ore è impossibile difendersi”. E’ una affermazione che offende chi lavora onestamente e getta una luce sinistra sul Q.I. di chi l’ha pronunciata. Come può pensare di difendersi un dipendente che timbra e in realtà passa il suo tempo pagaiando una canoa? E quel vigile che ha timbrato in mutande era pronto per andare al lavoro? E potrei continuare con altri esempi.
Magari adesso arriverà qualcuno che mi accuserà di essere diventato renziano o di essere diventato di destra (chissà se c’è differenza …).
No, né l’uno né l’altro. Chi ruba lo stipendio va licenziato, senza se e senza ma. Punto.
E l’anormalità non è il licenziamento in tronco, ma che si sia bisogno di una legge per farlo

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Lettera a Reggio Calabria (di Giulia Robustelli) da strill.it

Mi ha molto colpito questa lettera ed ho deciso di condividerla.

Conosco le emozioni di cui parla l’autrice della lettera, le stesse che ogni volta riesce a darmi il Lungomare con l’Etna maestoso sullo sfondo, i colori del mare, il Duomo, il caos tipicamente reggino di “Festa Maronna” con il profumo di “satizzo e frittuli” diffuso in tutta la città;statua-di-minerva ma amo anche la capacità di accoglienza verso l’ospite, di aprire la casa e condividere quel che si ha con gli amici che improvvisamente vengono a trovarti a casa, portando magari un loro amico ……. sono a Roma da 40 anni ormai, ma continuo ancora a considerare Reggio come “casa mia”

 

“Sei tu la mia città”, si sei proprio tu la mia città. Quella in cui sono cresciuta, dove ho passato i giorni peggiori e i migliori della mia vita, gli anni migliori della mia vita. Dove ho fatto tutte le mie esperienze, dove ho conosciuto persone che rimarranno per sempre nel mio cuore e persone che forse avrei preferito non conoscere, la città che ha contribuito a formare la persona che sono oggi, con difetti e pregi. Sei la città che ho amato, che amo e che amerò sempre, che rimarrà per sempre nel mio cuore, che mi farà sempre scendere una lacrima quando sarò lontana, l’unica che mi farà sentire nostalgia del mare, del panorama, del clima, degli amici, dei luoghi di sempre, della quasi perenne spensieratezza, del periodo passato a scuola, dei profumi (e qualche volta anche puzza), del dialetto, dei cibi tipici, delle persone e del loro modo di fare che adoro con tutta me stessa. Avrai anche i tuoi difetti e non si può negare, ma tutto e tutti li hanno e sono convinta che un giorno riuscirai a diventare un posto migliore e finalmente essere apprezzata in tutta la tua bellezza.
Poi magari non sarà al primo posto delle classifiche, non sarà perfettamente pulita, non avrà strade perfettamente asfaltate, avrà pure le macchine parcheggiate in seconda e tripla fila, avrà tante strutture rimaste incomplete per anni, avrà tantissimi difetti assurdi che a volte vien da ridere solo a pensarci. Ma Reggio, la mia Reggio, è tutto questo. Sarà follia, qualcuno potrà definirla anche ignoranza, ma io la amo così com’è e nessuno riuscirà mai a farmi cambiare idea. Non mi vergogno di dire che amo la mia città, non mi vergogno del mio accento e non cercherò mai di modificarlo per nascondermi da coloro che criticano il Sud, dico fieramente di essere calabrese e ritengo sia da stupidi rinnegare le proprie origini. Ho visitato tanti luoghi, in Italia e all’estero ma l’emozione intensa che mi provoca ogni volta tornare qui, non è mai riuscito nessun altro luogo a darmela, anche perché la bellezza non è sinonimo di perfezione.
E poi si sa, casa è sempre casa. Ed è per questo che non sarà mai un addio ma sempre e solo un arrivederci. Ogni piccola parte di te, ogni muro, ogni scritta, angolo o strada, ogni tramonto, ogni imperfezione è impressa nei miei occhi e nei miei ricordi e si, non sarai perfetta ma tanto l’amore è cieco!”

Giulia Robustelli

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Il doppiopesismo del M5S

“Se state strumentalizzando questa questione della lotta alla camorra per un fatto politico vi dovreste vergognare. La lotta alla camorra è un dovere morale per tutti” (Rosa Capuozzo, sindaco di Quarto, M5S). Mi sembrano parole assolutamente condivisibili, ovvie direi, che dovrebbero valere sempre e comunque. Mi pare però che, almeno a Roma, “Mafia-Capitale” sia stata ampiamente strumentalizzata per un fatto politico. Non mi sembra che gli esponenti del M5S si siano vergognati delle loro strumentalizzazioni. E, se non ricordo male, non hanno fatto appelli a un “dovere morale di tutti” nella lotta alla Mafia. Anzi hanno inscenato gazzarre ben peggiori di quelle di Quarto per costringere Marino alle dimissioni. Giusto il sindaco che aveva posto le basi perchè si scoperchiasse il pentolone delle connnivenze mafia-politica. La coerenza in politica spesso è un optional. Due pesi e due misure sono la regola. Ma questa non è diversità ……..

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