Archivi del mese: Settembre 2016

La mala educacion

Sono stato molto precipitoso ieri pomeriggio a postare sulla mancata diretta streaming sull’incontro Raggi – Malagò, o per meglio dire Comune di Roma -CONI previsto in Campidoglio. Sarebbe bastato attendere una mezz’oretta ed avrei potuto scrivere sulla Raggi che non si è presentata all’appuntamento!

Non entro nel merito del dibattito Olimpiadi SI – Olimpiadi NO, anche se personalmente sono favorevole alla candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024, eventualmente ne parlerò in altra occasione.

Qui voglio sottolineare una serie di perle inanellate oggi dalla signora Raggi. Dico volutamente signora Raggi e non dico “sindaca” Raggi, perchè la suddetta non ha ancora capito cosa significa rivestire un ruolo istituzionale. E, cosa ancora peggiore, non conosce le basilari regole della buona educazione. Se io invito a casa mia delle persone che devono chiedermi un parere e fisso un orario, deve essere mia cura fare in modo di rispettare l’orario stesso. Non posso stare a mangiare la carbonara o i rigatoni con la pajata da Dino a via dei Mille e far attendere gli ospiti nell’anticamera, lo dice il Galateo. Questo sarebbe già di per sè un comportamento inqualificabile se fosse quello di un privato cittadino verso altri privati cittadini: l’etichetta, giustissima, di maleducato non me la leverebbe nessuno e perderei la mia autorevolezza. Diventa un comportamento inaccettabile nel momento in cui, rivestendo una carica istituzionale, in questo caso quella di sindaco, rappresento non già me stesso, ma tutta la città. I miei impegni personali passano ovviamente in secondo piano, anche se un incontro di qualsivoglia tipo non mi piace o non mi interessa. Per non parlare poi della mancanza di rispetto verso Pancalli, leader del movimento paraolimpico. Quanta ipocrisia nel fare il discorsetto agli atleti disabili che stavano partendo per Rio! La vera considerazione in cui i paraolimpici sono tenuti dalla Raggi è quella di oggi: il segretario del movimento fuori dalla porta, sulla carrozzina, perchè Virginia aveva un improvviso inderogabile impegno: la carbonara si sarebbe freddata!!!

Vergogna! Vergogna! Vergogna!

E devo pure leggere esaltazione di questo comportamento incivile trasformato in comportamento “da spalle dritte” o “da una che ha le palle”!. Ha talmente tanti attributi da aver avuto paura della diretta streaming dell’incontro, perchè, al di là dei soliti slogan triti e ritriti, non avrebbe avuto argomentazioni concrete con cui ribattere alle falsità annunciate in una conferenza stampa in cui ha fatto un monologo senza contraddittorio, a partire dal ritiro delle candidature di Amburgo e Boston, candidature che nella realtà non sono mai state presentate.

Ha talmente tanti attribuiti da essersi fatta dettare la linea da Grillo che ne ha anticipato una settimana fa la decisione sul suo blog. Ha talmente tanti attributi da aver fatto tutta questa manfrina, prendendo per i fondelli Malagò, Pancalli e tutti gli sportivi italiani. Ha talmente tanti attributi da essere venuta meno all’impegno preso durante il confronto TV con Giachetti su Sky, in cui aveva affermato che, se fosse stata eletta sindaco, avrebbe indetto un referendum delegando ai cittadini romani la decisione (ci sono i video in rete)

Tra l’altro, dispiace dirlo perchè anche io sono italiano, la sindaca e tutto il M5S hanno certificato nero su bianco che in Italia non si può fare alcuna manifestazione, alcuna grande opera, niente di niente che preveda interventi di spesa, perchè gli italiani sono tutti truffatori e quindi fanno la cresta “a prescindere”.

Fra le righe hanno anche certificato che loro non sono in grado di controllare alcunchè, visto che il Comitato Promotore aveva affidato proprio al Comune la gestione dei fondi e la rinuncia presuppone in maniera chiara che non son capaci di garantire la completa trasparenza e si sono tirati indietro.

Malafede? Incapacità? Dilettantismo? Con queste premesse, come pensano di governare Roma e poi l’Italia? Dicendo sempre no?

Ho letto da qualche parte che il Comitato Promotore potrebbe citare il Sindaco, la Giunta e i consiglieri comunali che approveranno la eventuale delibera per danno erariale, visto che, alla luce delle precedenti decisioni del Comune di Roma, erano stati stanziati e spesi per il progetto circa 10 milioni. Se arrivasse la condanna della Corte dei Conti chi pagherebbe? La Raggi? Grillo che ha imposto la linea da Genova? I consiglieri comunali? I cittadini romani che vedranno aumentare il loro debito?

 

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Trasparenza vs chiacchiere

Trasparenza, trasparenza, trasparenza. Chiacchiere chiacchiere chiacchiere. Nonostante la esplicita richiesta del Presidente del CONI Malago’ di trasmettere in streaming l’incontro di oggi pomeriggio in cui la Sindaca comunicherà la decisione finale circa la candidatura di Roma 2024, la Raggi rifiuta la diretta. Sono malizioso se faccio notare che le uniche dirette streaming trasmesse sono state quelle dell’incontro con Bersani e poi con Renzi quando si svolgevano le consultazioni per formare il Governo? Probabile che poi si sia rotta la webcam!!!

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Forbes: dieci motivi per assumere uno scout

La rivista economica ha stilato un decalogo per sostenere quanto sia “consigliabile assumere uno scout”. Una serie di ragioni che non riguardano le attitudini commerciali, ma che si riferiscono – piuttosto – al saper stare insieme e guidare gli altri

Nel dubbio meglio scegliere uno scout. Almeno sul posto di lavoro. A prendere posizione in favore del metodo ideato da Robert Baden Powell è l’edizione sp agnola di Forbes che ha stilato un decalogo per sostenere quanto sia “consigliabile assumere uno scout”. Una serie di ragioni che non riguardano le attitudini commerciali, ma che si riferiscono – piuttosto – al saper stare insieme e guidare gli altri.

Sa lavorare in squadra. Può avere maturato anche 15 anni di esperienza di lavoro in team, ma il valore universale è sempre quello del rispetto dell’altro. Uno scout sa montare una tenda e organizzare un campo estivo per 200 bambini. Operazioni che fa in modo volontario, quasi automatico: per natura la sua formazione è cooperativa, inoltre ragione per progetti da realizzare.

È creativo. E’ abituato a trovato soluzioni creative in situazioni avverse. Nei suoi anni da scout ha imparato a costruire dal nulla rifugi di fortuna per sfuggire a tempeste improvvise; inventare giochi che motivassero 100 bambini per 15 giorni o organizzare una campagna di raccolta fondi per coprire le spese di un campo di lavoro in Siria.

Rispetta la sua scala di valori e la sua parola. È abituato a programmare e a svolgere le sue attività avendo a riferimento i valori degli scout all’interno di un contesto ben definito (qualcosa come il “codice etico” a cui ci riferiamo nel mondo professionale). Un aspetto che lo spinge a credere ai progetti cui prende e di allinearli ai suoi interessi e alle sue passioni. La verità, la nobiltà, la giustizia, la solidarietà e il rispetto per la parola data sono valori non negoziabili.

Sa guidare ed essere guidato. Dall’età di sei anni ha imparato a prendere decisioni e – contemporaneamente – a lavorare a progetti diversi. In alcuni di questi è lui a guidare, in altri è guidato dai suoi compagni. Quando guida lo fa con il consenso e la fiducia, mettendosi nei panni degli altri e rimanendo coerente nelle sue decisioni. Quando viene guidato lavora in squadra con rispetto, promuovendo il consenso e la coesione.

È empatico. Come in un’azienda, in un gruppo scout convivono bambini e bambine di età, capacità e interessi diversi. L’empatia gioca un ruolo essenziale per la convivenza e l’aiuto reciproco. Uno scout ha imparato che non tutti devono portare lo stesso peso nello zaino, ma che si distribuisce in base alle capacità di ciascuno. Uno scout sa che la miglior escursione di montagna non è quella che arriva più in alto, ma quella che è alla portata di tutto il gruppo.

Valorizza lo sforzo. Fin da piccoli, le attività della vita scout, molto legate alla natura, devono essere indirizzate perché si impari a superarsi anche quando si crede di non avere più le forze neanche per un altro passo. Gli scout imparano a sorridere davanti alle difficoltà e a sforzarsi per raggiungere ogni obiettivo prefissato.

Sa porsi degli obiettivi e valutarli. Da subito, lo scout fa pratica nel proporsi degli obiettivi, sia personali che di squadra, per poi valutarsi e ricevere la valutazione altrui. Il feedback costruttivo è una pratica che uno scout domina alla perfezione quando inizia la sua vita lavorativa.

È generoso. “Dare” e “condividere” sono i verbi più comuni nella vita scout. L’acqua che resta in una borraccia non è del suo proprietario, ma di chi ne ha più bisogno e un educatore può arrivare a investire 1.000 ore all’anno come volontario. Ore dedicate a educare i bambini ad essere persone migliori.

Lotta contro l’ingiustizia. Con il motto “Lascia il mondo migliore di come lo hai trovato”, la pedagogia scout si basa sul fatto che i bambini siano capaci di comprendere e mettere in pratica il proprio potenziale per migliorare l’ambiente che li circonda, affrontando con coraggio le sfide che si presentano e non guardando dall’altra parte di fronte alle ingiustizie, ma agendo per cambiare la situazione.

È una persona “con risorse”. Ha una profonda esperienza nel dinamizzare riunioni, inventarsi un gioco per risolvere un conflitto, parlare in pubblico o localizzare l’impresa più economica per l’affitto dei pullmini. È dinamico e audace, ed è abituato a risolvere problemi di diverse forme e dimensioni.

 

Da: La Repubblica del 19-9-2016

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