Archivi del mese: Giugno 2017

Terra Santa – diario di viaggio – parte terza

Stasera inizierò dalla fine. Fuori programma improvvisato dopo cena con altre 3 coppie e la mitica Umberta, nonnina terribile che da una pista a tanti giovani e passeggiata fino al Santo Sepolcro, distante 5 minuti dall’albergo. Non c’era praticamente nessuno, una fila di ben 4 persone davanti. Un’emozione unica, confesso che mi sono commosso nel toccare la pietra del Sepolcro, nel pensare che proprio lì, 2000 anni fa, giaceva il corpo senza vita di Gesù. Questa, senza dubbio, è stata l’emozione più forte provata finora. E sempre nel complesso del Santo Sepolcro toccare la pietra ove è stato lavato e profumato il corpo di Nostro Signore una volta deposto dalla Croce, la colonna della Flagellazione, l’edicola che ricorda l’apparizione dell’Angelo alle pie donne la mattina di Pasqua. Si, la storia di Gesù non è un film o un libro tramandato ai posteri, noi stiamo rivivendo il suo percorso terreno, stiamo passando negli stessi suoi luoghi, calpestando la stessa terra.
Oggi poi, per caso, abbiamo vissuto l’inizio e la fine. La mattinata è iniziata nel campo dei pastori di Betlemme, dove la tradizione vuole che l’Angelo sia apparso ai pastori per annunciare la nascita di Gesù, proseguita poi con la visita, fra le altre, della grotta della Natività con il luogo della nascita vera e propria e, nei pressi, la mangiatoia ove fu deposto. Ovviamente la mangiatoia oggi non c’è più, la reliquia è conservata a Roma non ricordo in quale chiesa.
Pomeriggio nel segno di Maria, con la visita, a Ein Kerem, della Basilica della Visitazione che ricorda l’incontro fra la Vergine Maria e la cugina Elisabetta, incinta di colui che sarebbe diventato San Giovanni Battista
Ma, a fronte della serata, tutto passa in secondo piano, almeno finchè non avrò assorbito e rielaborato le emozioni del Santo Sepolcro

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Terra Santa – diario di viaggio – parte seconda

Seconda puntata del Pellegrinaggio sulle orme di Gesù. Lasciata Nazareth e le fertili terre dei dintorni ci siamo diretti a sud verso il Giordano. Il paesaggio è radicalmente cambiato assumendo caratteristiche via via più aride, di deserto, qua e là spezzato dalle oasi, ove è possibile ammirare colture intensive di palme da dattero. Il frutto, a mio avviso, è più dolce di quello che siamo abituati a mangiare in Italia, in arrivo soprattutto dal Nord Africa. La nostra metà era il punto del Giordano ove Giovanni Battista, secondo la tradizione, aveva battezzato Gesù. Chi pensasse che il Giordano sia un fiume ampio, di grande portata, sbaglierebbe e di molto. Dove l’abbiamo incrociato noi è poco più di un fiumiciattolo, largo forse 5 metri, con acque non propriamente limpide, tutt’altro che invoglianti ad immergersi. Il punto del Battesimo di Gesù è circondato da chiese, sia sulla sponda israeliana che su quella giordana: cattoliche, armene, ortodosse. Mi è sembrato anche di vedere la cupola di una moschea e la cosa non sarebbe strana; sembra che i musulmani ne facciano quasi una questione di principio: dove c’è una chiesa deve sorgere una moschea
Aspersi con l’acqua del Giordano, abbiamo rinnovato il nostro Battesimo. Abbiamo avuto modo di osservare diverse persone che si sono immerse nel fiume, con un preciso rituale di 3 immersioni consecutive. Accenno appena alla scena cui abbiamo assistito di una signora etiope che, dopo ogni immersione, e sono state almeno una decina, emetteva dei suoni rochi e delle urla belluine, tanto da aver richiamato l’attenzione perfino delle guardie di frontiera giordane. E’ stato quasi una sorta di esorcismo indotto dalla immersione nelle acque. A mio avviso si sarebbe probabilmente ottenuto lo stesso effetto, più rapidamente, con una adeguata dose di psicofarmaci, ma forse è il mio essere medico che mi porta a ragionare così.
Dopo il Giordano, intervallo ludico con sosta sul Mar Morto e bagno nelle sue acque. Bagno particolare, nel Mar Morto non ci si immerge, non si nuota, perchè l’alta salinità delle sue acque non ti fa andare sotto. Per i primi metri si cammina in una “fanga” argillosa, che un po’ fa senso, sembra quasi di stare sulle sabbie mobili. I fanghi del Mar Morto pare abbiano dei benefici effetti sulla pelle e, nel mio piccolo, mi sento di confermare la cosa, almeno per la mia esperienza breve di oggi
Dal Giordano a Gerico, città in territorio palestinese, che oggi è costruita più a sud della città esistente ai tempi di Gesù. La particolarità di Gerico è che è sormontata da una montagna, della “la montagna della Tentazione”, ove oggi sorge un monastero quasi schiacciato nella roccia. Secondo la tradizione, è stata questa la montagna su cui il demonio tentò senza successo Gesù al termine del suo digiuno di 40 giorni e 40 notti nel deserto.
Gerico è città palestinese, come Betania, la città dove risiedeva Lazzaro, l’amico di Gesù resuscitato dopo essere stato rinchiuso da 4 giorni nel sepolcro, ormai morto. Betania, città molto vicina a Gerusalemme, credo ne disti meno di 10 Km, è una città di un degrado spaventoso. Non ricordo, a memoria, di aver mai visto nulla di simile. A far da contraltare, a pochi Km di distanza, un enorme insediamento ebraico di 40000 abitanti, con villette ben tenute, giardini, strade ampie e pulite
E infine, dalla porta di Jaffa, in prossimità della cittadella di Davide, siamo entrati a Gerusalemme. Risiediamo a Gerusalemme vecchia, a Casa Nova, l’albergo gestito dai francescani. Dopo cena passeggiata per i quartieri cristiano, ebraico, armeno e arabo con sosta al Muro del Pianto. Diciamo che i quartieri sono molto diversi fra loro, sia come decoro urbano che come vitalità, stasera la si notava di più. Il quartiere ebraico con tutti i negozi chiusi per lo “shabbat”, il giorno di festa, mentre nel quartiere arabo, dopo il tramonto è iniziata la vita. Siamo ancora in periodo di Ramadan
La cosa che mi ha colpito di più al Muro del Pianto sono state le librerie, tante, piene di sacri testi che chiunque può prendere per studiarli o per utilizzarli come strumento di preghiera. Alcune di queste librerie, ad armadio, rigorosamente chiuse alla vista da un drappo ornamentale (le ho paragonate a dei confessionali) contengono i rotoli della Torah, il riferimento centrale della tradizione religiosa ebraica.
Per inciso, per entrare nello spazio, rigorosamente separati uomini e donne, bisogna indossare la “kepiah”, il copricapo ebraico. E così, dopo la “kefiah”, il copricapo palestinese indossato a Gerico, eccomi con quello ebraico
A Gerusalemme abbiamo percepito lo stato di guerra esistente. La città vecchia è ipercontrollata da telecamere posizionate ovunque e che controllano ogni cosa. Più o meno nascoste ci sono pattuglie di 3-4 soldati in armi (giubbotto antiproiettile, fucile d’assalto, pistole di grosso calibro) di cui colpisce la giovane età. Stasera poi c’erano tante ragazze in armi. Ho visto una pattuglia composta da 3 ragazze la cui età totale sembrava certamente inferiore ai 60 anni (meno di 20 anni cadauno)
Stasera niente foto, non riesco, è tardi. Domani cercherò di rimediare, aggiungendo anche quelle di Betlemme e della Piana dei Pastori

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Terra Santa – diario di viaggio

Dopo la giornata di ieri, alla scoperta di Nazareth e del Monte Tabor, il monte della Trasfigurazione, oggi giornata intensa, “sulle orme di Gesù”. La mattinata è iniziata a Cana, dove 12 coppie presenti abbiamo rinnovato il vincolo del nostro matrimonio. Cerimonia semplice ma emotivamente molto intensa. Siamo stati successivamente a Cafarnao, dove abbiamo pregato sui resti della casa di San Pietro, la casa dove Gesù alloggiava durante i suoi soggiorni in quella cittadina di pescatori, e dove ha compiuto diversi miracoli. Non per caso il cartello all’ingresso diceva”Capharnaum the Town of Jesus”, Cafarnao la città di Gesù. Abbiamo avuto modo di ammirare i resti, ben conservati, di una Sinagoga del V° secolo, ricostruita sui resti della Sinagoga del 1° secolo, la stessa dove certamente Gesù ha insegnato, come riportato nei Vangeli. Da Cafarnao, su un battello, abbiamo attraversato il Lago di Tiberiade, anche noto come Mare di Galilea. Nel pomeriggio visita al Santuario delle Beatitudini, sorto sul monte (circa 300 metri, ma qui ogni collina diviene “monte”) ove Gesù pronunciò il bellissimo discorso delle Beatitudini, a mio avviso manifesto del Cristianesimo. Da qui ci siamo spostati sul luogo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, segnato da una Tabgha Benedettina. Vicino c’è una Tabgha Francescana, la Chiesa del Primato di Pietro, ove Gesù apparve agli Apostoli dopo la Resurrezione e affidò la Chiesa a San Pietro. In questo luogo è venerata una roccia ove, secondo la tradizione, Gesù ed i Discepoli mangiarono, la cosiddetta Mensa Christi. Per non farci mancare nulla, alla fine, alla scoperta di Magdala, la città della Magdalena, ove abbiamo ammirato i resti, recentemente portati alla luce dopo essere stati nascosti per millenni sotto 30 cm di terra (si avete letto bene, 30 cm), di quella che sembra essere una Sinagoga del 1° secolo, il secolo di Gesù. Se ne contano solo 7 in tutta Israele, tanto per far capire la eccezionalità della scoperta. Resti peraltro ben conservati: rimane in alcuni punti l’affresco originale sul muro e sulle colonne
Al di là della cronaca e dell’elencazione apparentemente ragionieristica dei posti visitati, resta dentro l’emozione profonda di aver visto, toccato quegli stessi posti dove è vissuto, dove è stato, dove ha operato, ha predicato Gesù. E’ come riavvolgere il nastro della Storia e sentirsi catapultato 2000 anni fa. Credo che solo venendo qui, in Terra Santa, si possa provare una sensazione così viva e chi ha avuto la fortuna di vivere questa esperienza sono certo possa capire quel che è veramente difficile trasmettere a parole
Per adesso alcune foto, il resto fra qualche giorno

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