Archivi del mese: Marzo 2020

La solitudine di Francesco

Le immagini di stasera rimarranno impresse nelle nostre menti e nella nostra anima penso per sempre. Piazza San Pietro completamente vuota, la pioggia battente, quest’uomo anziano, claudicante, un puntino nell’immensità della piazza, che da solo sale le scale verso l’altare e che, affannato, ansimante, implora Dio rappresentano meglio di qualunque foto, di qualunque film, la nostra umana fragilità. L’invito a far salire Gesù sulla barca della nostra vita in tempesta è quanto mai attuale. Grazie Papa Francesco

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Parliamo un po’ del CoVid-19

Pensavo di aver visto tutto, ma evidentemente mi sbagliavo. Si parla di necessità di unione nazionale e poi si parte lancia in resta su notizie fake. Sto ovviamente parlando del video di Leonardo, la rubrica scientifica di RAITre, a proposito degli studi condotti in laboratorio nel 2015 dai cinesi e dagli americani su un virus con genoma modificato, che in poche ore è divenuto virale e che ha portato “il nostro eroe” addirittura a fare una interpellanza in Parlamento al Ministro degli Esteri. Sarebbe bastato leggere un articolo di Nature Medicine del 17-3-2020, The proximal origin of SARS-CoV-2, che già smontava la notizia ( https://doi.org/10.1038/s41591-020-0820-9 per chi volesse approfondire). Capisco, il testo è in inglese, ma magari potevano fargli un riassunto. La tristezza è pensare che i due maggiori leader dell’opposizione, Meloni e Felpini, si aggrappano a queste fake news pur di mantenere il livello di allarme che ormai sta permeando tutto il Paese. D’altra parte è necessario trovare un nemico, meglio se straniero, possibilmente non di pelle bianca; se si fosse trattato di un Paese africano sarebbe stato il top, ma non si può avere tutto

D’altronde, i nostri eroi si sono superati in questi ultimi due mesi. Per carità, lungi da me l’idea di osannare il Presidente del Consiglio, che sta navigando a vista cercando di sopportare tutte le pressioni, spesso opposte, che arrivano da ogni parte. Ma quantomeno quel che si sta facendo, giusto o sbagliato che sia, ha da diverso tempo una sua continuità, con provvedimenti via via peggiorativi, adeguati al mutare del quadro epidemiologico. A parte qualche caso isolato, tutti abbiamo sottovalutato la forza e la capacità di diffusione del CoVid19. Tanti medici, io per primo, abbiamo detto che si trattava di una forma simil-influenzale, che l’influenza ogni anno fa più vittime, ecc ecc. Non posso quindi condannare il Governatore della Lombardia, Fontana, che all’inizio diceva le stesse cose

https://www.ilgiornale.it/news/politica/fontana-coronavirus-poco-pi-normale-influenza-1831891.html

Sarebbe bene però avere un minimo di onestà intellettuale e ricordare queste cose

Anche quando il Governo ha emesso il primo provvedimento, a fine gennaio, dichiarando lo stato d’emergenza, non è stato preso sul serio. La notizia è stata pubblicata su tutti i giornali, ma quasi non è stata commentata da nessuno. D’altra parte gli unici casi in Italia erano i due cinesi in vacanza, marito e moglie, che erano stati ricoverati allo Spallanzani in condizioni critiche. Erano cinesi, avevano sicuramente contratto il virus in Cina, la cosa non ci riguardava. Immaginate cosa sarebbe successo se, con queste premesse, fossero stati presi, allora, i provvedimenti in vigore oggi! Minimo minimo una rivolta con barricate per le strade e scioperi a gogò. Eppure da ieri molti stanno strillando lamentando un ipotetico golpe per questa dichiarazione di emergenza che era talmente segreta da essere stata annunciata e discussa nelle varie trasmissioni politiche o pseudotali (vero Giletti?) oltre che pubblicata su tutti i giornali. Ma, i giornalisti, almeno loro e almeno il loro giornale, lo leggono? Si può dire qui che uno dei motivi per cui fu emanata la delibera è derivato da quanto dichiarato dall’OMS il giorno precedente a proposito di una emergenza internazionale di salute pubblica per il coronavirus? Anche questa sfuggita? Non è da politici seri che si candidano a guidare l’Italia questa continua disattenzione.

Fino al 21 febbraio il CoVid-19 è un virus che riguarda la Cina e basta. Ma quel giorno viene diagnosticata la stessa polmonite da CoVid 19 a Mattia, il paziente di Codogno dimesso solo qualche giorno fa e tornato a casa. Quasi contemporaneamente, in Veneto, emerge un altro focolaio di infezione, a Vo’ Euganeo, in provincia di Padova. E sempre il 21 febbraio, a Padova, si conta il primo morto ufficiale di coronavirus italiano, un uomo di 78 anni

Il giorno successivo vengono create la prime zone rosse, a Codogno e in 11 comuni vicini nel Lodigiano e a Vo’ Euganeo.

Passano pochi giorni e il 25 febbraio, preso atto dei primi morti e della diffusione del contagio, le misure vengono estese a quasi tutto il Nord Italia e alla provincia di Pesaro, nelle Marche, suscitando tante proteste

Posto, per gli smemorati, due video, così che non mi si possa accusare di notizie inventate

Questo è del 28 febbraio

Coronavirus, video Meloni in inglese: “Turisti, venite in Italia” 

Quest’altro è anch’esso del 28-2

E’ probabile che questa mossa sia stata coordinata e che sia stata dettata dal mettersi comunque contro le decisioni del Governo. Tanto oggi dici “apriamo tutto”, domani dici “chiudiamo tutto”, statisticamente hai il 50% di possibilità di non sbagliarti e puoi sempre vantarti con la più classica affermazione italiana: “io l’avevo detto”

Da allora è tutta un’escalation: con il salire della conta dei morti e le difficoltà sempre maggiori degli ospedali ad assorbire il crescente numero di infettati, aumentano parallelamente le limitazioni fino a giungere alla chiusura delle scuole, ad impedire gli spostamenti in Lombardia ed in quasi tutto il Nord Italia, con la conseguente fuga verso le regioni meridionali (terribile errore quello di avere annunciato le norme e non aver bloccato i treni verso il Sud), ed infine a “chiudere” tutto il Paese, diventato ormai una unica zona rossa

E’ meraviglioso pensare che, ogni volta, trionfa il “benaltrismo”: quel che viene deciso dal Governo, per l’opposizione è sempre poco. Perfino il Governatore Fontana, che pure potrebbe decidere in autonomia la chiusura delle fabbriche, afferma che bisogna chiudere tutto, vorrebbe chiudere tutto, emette un’ordinanza in cui in realtà non chiude nulla e poi si lamenta che il Governo ha fatto poco. Invece Felpini e Meloni son tutti contenti perchè, “finalmente” sono stati ascoltati, però “è sempre troppo poco”. Impediamo a tutti di uscire di casa, mettiamo l’esercito per strada con il compito di sparare a chi esce, come a Wuhan, usciamo a far la spesa, solo uno per famiglia, ogni 2.3 giorni, chiudiamo fabbriche, uffici, studi professionali del polmone economico d’Italia come se nulla fosse. Se poi, nel resto del Paese mancasse qualcosa di fondamentale che è prodotto solo in Lombardia sarebbe un coro di “bisognava essere elastici e decidere caso per caso”. Il presidente della giunta regionale è “autorità sanitaria regionale”.  In questa veste può anche emanare Ordinanze “contingibili ed urgenti”, con efficacia estesa all’intero territorio regionale o parte di esso comprendente più comuni, in caso di emergenze sanitarie e di igiene pubblica.

Non è il momento delle polemiche. Questa è, probabilmente assieme alla prima metà della prossima, la settimana decisiva per capire se l’infezione si stia spostando o meno verso il Centro Italia o verso il Sud e le Isole. Per egoistici motivi che tanti possono capire, e che alcuni conoscono bene, spero vivamente che non ci sia questo boom di contagi e che anzi si riesca rapidamente a rendere controllabile questa pandemia anche in Lombardia e nelle altre regioni del Nord.

Dispiace pensare che il caso Italia non sia servito da monito per gli altri partner europei. Vedere le immagini che arrivano dagli ospedali spagnoli, sentire le cifre riepilogative dei morti e degli infettati in tutta Europa, cifre che aumentano ovunque vorticosamente, fa rabbia. Noi siamo stati colti alla sprovvista, ma voi francesi, spagnoli, inglesi, americani, tedeschi, avete avuto tutto il tempo di comprendere di cosa si trattasse e di preparare le adeguate contromisure. Perchè non avete fatto nulla ed anzi ci avete sbeffeggiato, perchè?

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Reggio si affida alla sua Patrona

“Chi non è di Reggio non lo sa …” Era uno dei canti della Curva Sud del Granillo quando la Reggina era in serie A

Ma è anche un necessario incipit per tentare di spiegare il rapporto strettissimo fra un reggino e la Madonna della Consolazione, avvocata del popolo reggino fin da quando, nel 1577, la Vergine annunziò ad un frate cappuccino, Frate Antonino Tripodi, la cessazione dell’epidemia di peste che affliggeva la città da diversi anni. Ne seguì un pellegrinaggio collettivo del popolo reggino, che si recò in massa ove ora sorge la Basilica dell’Eremo ma dove allora c’era solo una piccola cappella dedicata proprio alla Madonna della Consolazione, per ringraziare la Vergine Maria. Seguirono poi altre pestilenze (1636, 1656, 1672) e il terremoto del 1693 che colpì la Sicilia, ma risparmiò Reggio, che rafforzarono la devozione e il legame dei Reggini verso la Madonna della Consolazione, che dal 1752 è “Patrona della città”.

Bisogna essere a Reggio il secondo sabato di settembre, giorno della tradizionale Processione della vara che contiene il venerato dipinto per avere almeno un’idea del rapporto viscerale che ci unisce alla Vergine. Non c’è reggino che, nel momento del bisogno, non si sia rivolto a Lei

Non è quindi una sorpresa che oggi, in piena emergenza legata alla pandemia da Coronavirus, l’Arcivescovo Metropolita, Monsignor Giuseppe Fiorini Morosini abbia rinnovato l’affidamento della città e dei reggini tutti, compresi noi “emigrati” alla Madonna della Consolazione

 

Vergine Santissima,
Madre della consolazione, Avvocata del popolo reggino,
siamo idealmente raccolti nel tuo Santuario dell’Eremo
dinanzi alla tua sacra immagine.

Accanto al Vescovo, che in questo momento ti prega, o Madre,
ci sono tutti i reggini della città e della provincia,
quelli emigrati in altre parti d’Italia e del mondo
.

Sono qui ai tuoi piedi anche i nostri amministratori, il sindaco, tutti coloro a cui sono affidate le sorti della città.

O Maria, siamo davanti a te a chiederti aiuto e protezione,
perché stiamo attraversando un momento difficile,
tutto buio, che sembra toglierci la luce.

Il nostro animo, perciò, è dominato dall’angoscia e dalla paura.
E allora siamo qui a chiederti aiuto e protezione.

Siamo qui perché tu, Madre della consolazione,
ci possa consolare con un segno di speranza.

Il canto tradizionale con il quale ti esprimiamo amore e devozione,
esalta e ricorda gli interventi prodigiosi del passato
con i quali hai trasformato la paura in serenità,
i pericoli in sicurezza, il dolore in gioia, la morte in vita.

Siamo qui, o dolcissima Madre, per supplicarti a non abbandonarci.
Fa’ che anche noi possiamo raccontare alle generazioni future
le grazie della tua potente intercessione presso Dio.

Noi oggi ci consacriamo nuovamente a te.

Ti consacriamo tutta la Chiesa Diocesana con i suoi pastori, che si offrono a Te.
Estendi la tua benedizione sul Papa e su tutta la Chiesa:
sui vescovi, i sacerdoti, i diaconi i religiosi, e i giovani consacrati e seminaristi,
su tutto il popolo di Dio, che in tutte le parti del mondo ti supplica di allontanare questo flagello.

Ti consacriamo noi stessi e le nostre famiglie,
chi ci governa, chi vigila sull’ordine pubblico, chi provvede ai nostri bisogni quotidiani.

Ti consacriamo gli anziani, i giovani e i ragazzi,
tutti i tuoi devoti sparsi per il mondo intero.

Veglia sugli ammalati e dona loro conforto e speranza.
Sta’ accanto ai medici e a tutto il personale sanitario e dona loro scienza e fortezza.

Consolaci ancora una volta, o Madre della Consolazione,
e dissipa queste tenebre, che si sono addensate su di noi.

Noi trasformeremo questo tempo di dolore in un momento di grazia,
perché, ripensando ai veri valori della vita,
che mai come in questo momento stiamo apprezzando e assaporando,
possiamo uscire purificati e rinnovati da questa prova.

Amen.

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