Sono convinto della opportunità di dover ripartire a “macchia di leopardo”, quindi prima le Regioni con meno contagi e comunque pronte dal punto di vista sanitario
La Calabria già da diversi giorni ha pochissimi contagi e quindi non può essere messa sullo stesso piano ad esempio della Lombardia, del Piemonte e della Liguria.
Diciamo però, ad onor del vero, che questa voglia di ripartire sarebbe molto più giustificata se dietro avesse un congruo numero di tamponi (solo 35.000 su quasi due milioni di abitanti mi sembrano un po’ pochi). Si potrebbe obiettare che è ovvio che non ci siano casi, se non li ricerchi ……
Sarebbe opportuno che la Santelli informasse i calabresi di quanti sono i posti letto totali in Regione e quanti sono quelli occupati da malati COVID-19 (la percentuale non deve essere superiore al 40%) così come quanti sono i posti di Terapia Intensiva (quelli già pronti con tutti i macchinari, non quelli predisposti ma senza ventilatori) e quanti sono occupati da malati COVID-19 (in questo caso la percentuale di occupazione deve essere inferiore al 30%). Ovviamente si intendono i posti letto effettivi, pronti all’uso in emergenza e non quelli sulla carta
Quante sono le RSA controllate e quanti tamponi sono stati fatti ai degenti e al personale?
Quanti tamponi giornalieri la Regione è pronta a fare? In che tempi si presume di controllare tutto il personale medico e paramedico degli ospedali, delle cliniche, delle RSA, dei poliambulatori pubblici, nonchè le strutture della Medicina del Territorio?
La Regione ha le risorse per monitorare almeno il 60% dei casi sintomatici notificati, intesi come ricoverati in Terapia Intensiva e in Ospedale, ma anche coloro paucisintomatici che stanno a casa?
Quanti sono coloro che si occupano del servizio territoriale dedicato al contact-tracing, quanti gli addetti ai laboratori di riferimento e monitoraggio dei contatti stretti e dei casi posti in quarantena e/o in isolamento?
Questi numeri che ho citato non sono sparati a caso, ma sono stati indicati dal Ministero della Salute e sono alcuni dei parametri che occorrerà tener d’occhio in fase di ripartenza: se, in base ai risultati ottenuti elaborando con specifici algoritmi tali dati (e ne ho citati solo alcuni), i valori dovessero risultare fuori parametro, potrebbe essere necessario determinare nuovi e ulteriori periodi di chiusura totale di alcune aree specifiche, fino a coinvolgere l’intera Regione
Da calabrese, emigrato ma sempre calabrese sono, mi sarei aspettato che la Santelli spiegasse in concreto, senza politichese, cosa ha fatto finora e come intende muoversi nelle prossime settimane, nei prossimi mesi.
Non mi pare, ma probabilmente mi sbaglio io, che nell’ordinanza di riapertura ci sia una risposta alle domande poste …
Infine un’ultima domanda da ignorante: la differenziazione fra locali che hanno la possibilità di sfruttare gli spazi esterni, e quindi possono riaprire, e locali che, non avendola, devono rimanere chiusi può essere considerata una discriminazione e per ciò stesso illegittima? Chiedo a chi è più esperto di me
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