Archivi del mese: Settembre 2022

TERRA SANTA 2022 – 2° PARTE

Terra Santa 2022
27-9-2022. E’ la giornata dedicata al più grande Santuario all’aperto conosciuto, il Lago di Tiberiade o Mar di Galilea che dir si voglia
Basta prendere uno qualunque dei Vangeli per scoprire che la prima parte del percorso “pubblico” di Gesù si svolge in questa zona che, proprio per questo motivo, viene considerata un unico Santuario. Cafarnao è proprio sul lago e gli scavi archeologici, iniziati nella prima metà del 1800 e proseguiti tra varie vicende ancora oggi, hanno permesso di localizzare, vado a memoria tra il 1965 ed il 1968, non ricordo esattamente, la casa di Simon Pietro, anzi, come ebbe a scrivere la pellegrina Egeria alla fine del 300 d.C., del Principe degli Apostoli. Gesù, una volta lasciata Nazareth, visse a Cafarnao, proprio a casa di Pietro.
 
 
 
All’interno della casa, a testimonianza di quanto il luogo fosse considerato sacro, inglobata in una chiesa ottagonale bizantina è stata ritrovata una stanza più grande delle altre, a differenza delle altre intonacata, con, sull’intonaco, grafiti e simboli prettamente cristiani o scritti osannanti Gesù. Gli archeologici, per una serie di motivi che non mi dilungo a spiegare, ritengono che questa stanza sia quella ove dormiva Gesù e ciò eleva il sito ad essere considerato, come facilmente comprensibile, uno dei più importanti, certamente uno dei più sacri al mondo. Sopra la casa è stata costruita una Basilica di forma ottagonale che, nella parte centrale, presenta un pavimento trasparente attraverso il quale si osserva tutta la Casa dall’alto.
 
 
 
 
 
 
All’esterno della casa, verso la spiaggia, è stato ricavato un altare con uno spazio attrezzato dove poter celebrare Messa all’aperto, come noi abbiamo fatto oggi. Mi è venuto spontaneo pensare che magari, proprio dove stavamo noi, Simone e Andrea, suo fratello, tirassero in secca la loro barca per la manutenzione o sistemassero le reti negli intervalli delle uscite di pesca. E’ a Cafarnao che Gesù guarisce la suocera di Pietro, è qui che guarisce l’indemoniato dentro la sinagoga, è sempre a Cafarnao che guarisce il paralitico che gli viene calato dal tetto della casa. Ed è nella Sinagoga di Cafarnao che rivela il mistero dell’Eucarestia con l’affermazione “chi non mangia di questa carne e non beve di questo sangue non avrà la vita eterna”. Dopo queste affermazioni la folla, che pure era stata sfamata sulla montagna (moltiplicazione dei pani e dei pesci ricordata in una Tabgha presso Cafarnao e con vista sul Lago di Tiberiade), comincia a diradarsi e ad abbandonare il Cristo. E Gesù esce da Cafarnao dopo aver chiesto ai discepoli “volete andarvene anche voi?”
E’ la domanda chiave di oggi, la domanda delle domande: come usciamo da Cafarnao? Come la folla che ha abbandonato o come i discepoli che hanno creduto?
 
 
Il Monte delle Beatitudini si eleva (in realtà è una collina forse di un paio di centinaia di metri d’altezza) anch’esso in prossimità del Mar di Galilea. Anche con le Beatitudini don Vincenzo è riuscito a spiazzarci. Ci ha invitato ad elencarle tutte, i poveri, quelli che sono nel pianto, i miti, coloro che hanno fame e sete di giustizia, i misericordiosi, i puri di cuore, gli operatori di pace, i perseguitati per la giustizia, facendoci notare che è la condizione di Gesù durante la Passione, ma dopo avrà il Regno dei Cieli, sarà consolato, avrà in eredità la Terra, sarà saziato e dissetato e via dicendo. Ai discepoli si rivolge quando afferma “beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni male di voi per causa mia; rallegratevi ed esultate perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”
 
 
 
 
 
Dalla Tabgha della moltiplicazione dei pani e dei pesci fino alla Tabgha del primato di Pietro la distanza è veramente modesta, qualche centinaio di metri. Nell’ultimo capitolo del Vangelo di Giovanni, Gesù si manifesta ad alcuni degli Apostoli, fra cui Pietro, secondo la tradizione proprio qui e, dopo aver ripetutamente chiesto a Pietro “mi vuoi bene?” Gli impone di pascere e pascolare i suoi agnelli e le sue greggi
 
 
 
 
 
 
Un momento estremamente suggestivo è stato, nel pomeriggio, un giro in barca sul Lago di Tiberiade. Spento il motore a distanza dalla riva, abbiamo riletto i brani del Vangelo a proposito della tempesta domata dal Cristo, intimando ai venti e alle acque di calmarsi, e quello in cui Gesù cammina sulle acque; in quest’ultimo spesso ci si dimentica che anche Pietro, avendone fatto esplicita richiesta, ha camminato sulle acque per pochi passi, ma poi, distratto dalle onde e dal vento, ha rischiato di affondare finchè proprio Gesù, tendendo il braccio, la ha riportato a galla. Nel simbolismo degli Ebrei, popolo del deserto, le acque rappresentavano il male, il peccato. Facile spiegare questo episodio: finchè Pietro ha fissato Gesù come punto di riferimento è rimasto a galla, resistendo al male, ma, appena si è distratto, ha rischiato di affogare fino a che la mano del Salvatore non lo ha tirato fuori
 
 
 
 
Le grandi domande di oggi: “come usciremo da Cafarnao?” “Saremo capaci, metaforicamente, di camminare sulle acque avendo come riferimento fisso Gesù senza distrarci ed andare sott’acqua?”
Credo che siano domande fondamentali, soprattutto la prima
A domani. Lasceremo Nazareth e scenderemo verso il Giordano, rinnovando il Battesimo nel luogo in cui Giovanni Battista battezzò il Cristo, visitando Gerico, Qumran, digressione sul Mar Morto e infine arriveremo alla Città Santa, a Gerusalemme
 
Nelle foto in alto un particolare della casa di Pietro con la limitazione della verosimile stanza di Gesù, l’altare su cui abbiamo celebrato la S. Messa, il Lago di Tiberiade dal monte delle Beatitudini, la Tabgha del Primato di Pietro ed il Mar di Galilea con le sue barche tipiche. A seguire le rovine di Cafarnao e la sinagoga

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TERRA SANTA 2022 – 1° PARTE

Terra Santa 2022
26-9-2022. Si ritorna in Terra Santa, per la quarta volta dal 2017. Tanti mi hanno chiesto “perché”, considerando scontato che, se ci sei stato una volta, non c’è motivo di ritornare, magari per rivedere luoghi dove sei già stato, che già conosci. E’ difficile spiegare perché si ritorna qui a chi non è mai venuto. E’ un luogo che ti prende, ti spinge a riflettere sul senso della tua vita, in una parola che non ti lascia indifferente. E oggi ho rivissuto tante emozioni come fosse la prima volta.
Siamo arrivati a Nazareth ieri sera, dopo un viaggio veramente stressante. Appuntamento al pullman alle 6 del mattino per arrivare in orario all’aeroporto di Fiumicino e superare i controlli dovuti a chi vola con El Al, la compagnia di bandiera israeliana. Purtroppo non è stato possibile andare a votare, ma questa è un’altra storia. Partenza da Fiumicino alle 10,20 ed arrivo all’aeroporto Ben Gurion quasi alle 14,30. Tutto sommato, i controlli all’arrivo sono stati molto più rapidi di come li ricordavo, forse perché vigilia del Capodanno Ebraico. Ma proprio questa festa, il Capodanno, è stata determinante nell’impedirci di arrivare sul Monte Carmelo, dove era prevista la S. Messa. Ci siamo trovati di fronte, letteralmente, ad un muro di automezzi che hanno intasato le strade, per cui ci siamo infine diretti verso Nazareth, ove siamo giunti alle 18,30. Abbiamo avuto appena il tempo di sistemarci nelle nostre stanze, cenare ed infine celebrare la Messa. Come prevedibile, siamo crollati
Oggi giornata molto intensa, iniziata già alle 7,00 con la partenza per il Monte Tabor, il monte identificato come quello della Trasfigurazione di Gesù. Non è stato possibile avere con noi come guida Padre Alessandro, persona straordinaria, ma abbiamo il piacere, in Galilea, di avere con noi un’altra guida eccezionale, don Vincenzo Peroni, che ha lavorato in Vaticano come Cerimoniere del Papa ed adesso ha chiesto di proseguire il suo servizio in Terra Santa (è stato Assistente Ecclesiastico scout, neanche a dirlo!).
Credo che tutti conosciamo il brano del Vangelo che narra della Trasfigurazione di Gesù dinanzi a Pietro, Giacomo e Giovanni. Personalmente non l’avevo mai sentito spiegato come ha fatto oggi Vincenzo. Cerco di condividere con voi quel che mi ha colpito nella sua breve ma intensa omelia, durante la quale tutti indistintamente lo abbiamo ascoltato assolutamente conquistati dalle sue parole. Il momento della Trasfigurazione si inserisce in un contesto in cui Gesù aveva preannunciato agli Apostoli la sua discesa a Gerusalemme, l’arresto, la Passione con la morte in croce e la successiva Resurrezione, determinando nei Discepoli tanto sconforto. Decide pertanto di mostrare loro un’anteprima del Paradiso e sceglie proprio il monte Tabor, che, improvviso ed isolato, si erge sulla sottostante pianura di Esdrelon (tra parentesi una pianura molto estesa che dal Golan giunge sulle rive del Mediterraneo, estremamente fertile: dall’alto si può ammirare un bellissimo panorama, scoprendo terreni coltivati di tutte le forme, quadrati, rettangolari, triangolari, persino circolari, con i diversi colori legati al tipo di colture o alle diverse fasi di lavorazione del terreno stesso). La Trasfigurazione di Gesù per i Discepoli è un momento di ricarica, di purificazione, di ascesa e vicinanza con il Signore. Ebbene, secondo Vincenzo, possiamo pensare che anche noi, novelli discepoli, possiamo ricaricarci salendo sul Tabor, rappresentato dalla Messa domenicale, dai momenti di preghiera, per poi ridiscendere in pianura e vivere la nostra quotidianità con le fatiche ed i problemi che tutti affrontiamo
E questa riflessione, che ribadisco mi ha molto colpito, è una delle spiegazione al mio incipit sul perché ritorno in Terra Santa
 
Dal Tabor discesa verso Cana di Galilea, ove, nel luogo che viene identificato come probabile, ma non certo, sito del primo “segno” di Gesù (Giovanni nel suo Vangelo non usa mai la parola “miracolo”), le coppie presenti abbiamo rinnovato le nostre promesse matrimoniali. E’ stato per Gloria e me un momento emotivamente importante, essendo prossimi al nostro 32° anniversario di matrimonio
 
 
 
 
 
 
 
Pomeriggio dedicato a Nazareth, iniziando, ovviamente, dalla Basilica dell’Annunciazione. Vincenzo, prima di entrare, ci ha portato a vedere i risultati degli scavi archeologici fatti con le scoperte delle abitazioni dell’epoca, vere e proprie grotte scavate nel terreno, spiegando i motivi per cui si è certi che la Basilica sorge inglobando la casa di Maria. L’emozione qui è veramente forte, qui è iniziato tutto ciò che poi è divenuto lo spartiacque della Storia, qui “il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” per continuare con le parole del Vangelo di Giovanni
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Concludo con una riflessione personale. C’è, a mio avviso, un comune denominatore nei 3 luoghi che oggi abbiamo visitato. Sul Tabor gli Apostoli sentono una voce che proviene dalla nube che li circonda sul monte e che li invita ad ascoltare Gesù (“questi è il Figlio mio diletto, ascoltatelo); a Cana è Maria che dice ai servi “qualunque cosa vi dica, fatela”. A Nazareth Maria ascolta l’Angelo che le annunzia l’Incarnazione.
Ascolto … ascolto … ascolto … qualunque cosa dica, fatelo … eccomi, sia fatta la volontà di Dio. Io quanta capacità di ascolto ho della parola di Dio? Quanto sono capace di accettare e dire “eccomi”? Quanto sono capace di rispondere all’invito di Maria “qualunque cosa dica, fallo”?
Benvenuti con me in Terra Santa
Nelle foto successive, a seguire, la Casa di San Giuseppe a Nazareth (detta anche Casa della Sacra Famiglia), don Vincenzo Peroni e don Nunzio Currao
 

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FESTA MADONNA 2022

Quanto avrei voluto essere lì anch’io!
“Cu’ terremoto cu’ guerra e cu’ paci
Sta festa si fici sta festa si faci”
 
(FOTO DI STRILL.IT)

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