25 aprile, Festa della Liberazione

25-aprile-4-1024x621Oggi è il 25 aprile, la Festa della Liberazione dalla dittatura nazifascista alla fine di una sanguinosa guerra civile.
Non si possono mettere sullo stesso piano i morti delle due fazioni. C’era chi combatteva per la libertà e c’era chi combatteva a fianco dei tedeschi per imporre una dittatura. E questa è storia, al di là dei vari tentativi di revisionismo che sono stati fatti negli anni scorsi in nome di una presunta pacificazione nazionale e che periodicamente riaffiorano.
Da ragazzo lessi uno dei libri che raccoglieva le “Lettere di condannati a morte delle Resistenza Italiana”, credo si intitolasse così, che mi colpì molto. Mi colpì soprattutto la serenità di questi giovani che hanno offerto la loro vita perchè questa nostra meravigliosa Italia, tante volte vituperata, potesse essere un Paese libero.
Non ritrovo più il libro, probabilmente è rimasto a casa dai miei, ed ho cercato su internet.
Fra le tante ne ho scelta una sola a caso, in rappresentanza delle migliaia scritte in quegli anni.

Non scordiamoci cosa c’è dietro la libertà che oggi tutti noi abbiamo: la libertà di criticare, di manifestare, di scrivere pro o contro il Governo, di esprimere a voce alta le nostre idee. Lo dobbiamo anche al sacrificio di tanti giovani come questo

Giancarlo Puecher Passavalli
Di anni 20 – dottore in legge – nato a Milano il 23 agosto 1923 -. Subito dopo l’8 settembre 1943 diventa l’organizzatore ed il capo dei gruppi partigiani che si vanno formando nella zona di Erba-Pontelambro (Como) – svolge numerose azioni, fra cui rilevante quella al Crotto Rosa di Erba, per il ricupero di materiale militare e di quadrupedi -. Catturato il 12 novembre 1943 a Erba, da militi delle locali Brigate Nere – tradotto nelle carceri San Donnino in Como – più volte torturato. Processato il 21 dicembre 1943 dal Tribunale Speciale Militare di Erba -. Fucilato lo stesso 21 dicembre 1943, al cimitero nuovo di Erba, da militi delle Brigate Nere -. Medaglia d’Oro al Valor Militare -. E’ figlio di Giorgio Puecher Passavalli, deportato al campo di Mauthausen ed ivi deceduto.

Muoio per la mia Patria. Ho sempre fatto il mio dovere di cittadino e di soldato: Spero che il mio esempio serva ai miei fratelli e compagni. Iddio mi ha voluto… Accetto con rassegnazione il suo volere.
Non piangetemi, ma ricordatemi a coloro che mi vollero bene e mi stimarono. Viva l’Italia. Raggiungo con cristiana rassegnazione la mia mamma che santamente mi educò e mi protesse per i vent’anni della mia vita.
L’amavo troppo la mia Patria; non la tradite, e voi tutti giovani d’Italia seguite la mia via e avrete il compenso della vostra lotta ardua nel ricostruire una nuova unità nazionale. Perdono a coloro che mi giustiziano perché non sanno quello che fanno e non sanno che l’uccidersi tra fratelli non produrrà mai la concordia.
A te Papà l’imperituro grazie per ciò che sempre mi permettesti di fare e mi concedesti.
Gino e Gianni siano degni continuatori delle gesta eroiche della nostra famiglia e non si sgomentino di fronte alla mia perdita. I martiri convalidano la fede in una Idea. Ho sempre creduto in Dio e perciò accetto la Sua volontà. Baci a tutti.
Giancarlo

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