A Silvio

Vorrei innanzitutto scusarmi per l’eccesso di confidenza.  Noi non ci conosciamo, eppure mi permetto di chiamarla per nome. In effetti ormai diventa difficile definirla in qualche modo. I suoi più stretti collaboratori la chiamano “Dottore”, ma anche io sono “dottore” e, con le lauree triennali, ormai in Italia i “dottori” non si contano più. Escludiamo quindi questo titolo, per non farla sentire uno della massa. Da stasera non posso più chiamarla “Senatore”, perché lei non lo è più, è stato dichiarato decaduto. Men che meno posso chiamarla “Onorevole”: alla Camera non ci sta più e poi, con una condanna definitiva, cosa vuole avere di “onorevole”? Non posso più chiamarla Cavaliere, perché, essendo stato condannatoin via definitiva, perderà anche questa onorificenza della Repubblica. Potrei forse usare il termine di “signore”. Mi sembra eccessivo, anche perché le sue gesta, da quel che si legge sui giornali e nelle carte delle varie Procure che di lei si sono e si stanno occupando, hanno poco di signorile. Potrei chiamarla Presidente, ma non sono di Forza Italia e non sono tifoso del Milan, entità che per me non esistono e quindi “presidente” di cosa? Del condominio di Arcore? Del club del “Bunga-bunga”? Non mi permetterei mai. Non mi resta quindi che chiamarla con il suo nome di battesimo: Silvio. D’altra parte oggi qualche migliaio di persone è scesa in piazza ad osannarla, gridando solo il suo nome, e allora va bene così.

Da oggi lei non è più Senatore della Repubblica. Ne è passata di acqua sotto i ponti dal 1994, quando, all’insegna del “Meno tasse per tutti” lei vinceva trionfalmente le elezioni. Li ricorda gli slogan delle varie campagne elettorali? Un milione di posti lavoro; meno tasse per tutti; restituirò l’ICI; abolirò l’IMU. Vorrei fare un rapido volo su questi 20 anni da “statista”. Ci stiamo accorgendo che il meno tasse per tutti è stata una delle più grosse prese per i fondelli che siano state pronunciate da un politico in tanti anni di storia repubblicana, pari forse al milione di posti di lavoro; slogan elettoralmente efficacissimi ma all’atto pratico bugie macroscopiche. Sicuramente lei dirà che non è colpa sua, ma degli altri che non le hanno fatto fare quel  che aveva in animo di fare. Ecco, questa è una delle cose per cui io la ricorderò: non è mai stata colpa sua, lei è sempre “caduto dal pero”, per usare una espressione popolare. Tutto quel che di negativo è avvenuto in questi anni o tutto quello che è emerso di penalmente rilevante, si è verificato “a sua insaputa” (Scajola docet). Scusi se mi permetto, ma, se fosse vero, lei sarebbe inadatto a governare un Paese come l’Italia, perché è un credulone, molto ingenuo ed assolutamente incapace di scegliersi i propri collaboratori. Mi chiedo come sia stato possibile creare il suo impero televisivo se i manager di Mediaset tramavano alle sue spalle, frodando il Fisco italiano e deviando sui loro conti il maltolto: lei dove stava? Si sono trovate le prove per una evasione di 368 milioni e 510 mila dollari e lei pretende che io sia così imbecille da credere che lei non ne sapesse niente. Se fosse vero, vorrebbe dire che lei non si è mai occupato seriamente dell’azienda e quindi non potrebbe arrogarsi i meriti del suo sviluppo e di tutti i posti di lavoro creati. Uno a cui sfliano da sotto il naso 368 milioni e 510 mila dollari come imprenditore non varrebbe nulla e dovrebbe essere interdetto da attività dirigenziali di qualsivoglia tipo. Ed io non gli affiderei neanche le chiavi della mia macchina, figurarsi il Governo di questa povera Italia.

Ma oggi mi sono sforzato di pensare cosa resterà della sua attività politica di tutti questi anni, in cosa si è caratterizzata l’azione dei suoi governi. Sa che ho avuto difficoltà a trovare qualcosa di positivo? Forse la legge Sirchia sul divieto di fumo nei luoghi pubblici, forse l’introduzione della patente a punti, ma per il resto? Da un punto di vista economico le ricette del genio dell’economia Giulio Tremonti hanno avuto dei risultati pessimi che hanno comportato, nella migliore delle ipotesi, un rinvio, ma solitamente un aumento di spesa pubblica ed un aumento della tassazione. Certo, ha abolito l’ICI. Peccato che questo abbia comportato un buco enorme nei bilanci dei Comuni, per cui è aumentata la tassazione locale, sono diminuiti i servizi offerti ai cittadini (anche questo, per sua informazione, rientra nel “mettere le mani nelle tasche degli italiani”), ci si è trovati costretti, per turare le falle, ad inserire l’IMU. Adesso ha fatto una battaglia di principio sull’abolizione dell’IMU. A parte che non capisco perché io, che tutto sommato ho un discreto reddito, debba essere messo sullo stesso piano di mia madre che ha solo la pensione di reversibilità di mio padre, e, come lei, non pagare nulla sulla casa, a parte questo, dicevo, la sua bandierina messa sul cappello dell’IMU ha fatto si che sia aumentata l’IVA, che non si siano potuti dirottare almeno un paio di miliardi sulla riduzione delle tasse sul lavoro, che certamente sarebbero state misure di maggiore utilità per gran parte dei cittadini. Torniamo però alla attività legislativa dei suoi Governi: federalismo? Non mi vengono in mente misure significative. Riforma del marcato del lavoro? Aumentati a dismisura i contratti a termine, esaltato il precariato, spaccati i sindacati, diminuiti i posti di lavoro (forse il famoso slogan “un milione di posti di lavoro” era incompleto, mancava “in meno”). In compenso ricordo condoni, abolizione del falso in bilancio, leggi ad personam (Cirielli, lodo Alfano, lodo Schifani e via dicendo). Parliamo della sua politica estera? I rapporti con Gheddafi ci hanno resi ridicoli di fronte al mondo: il baciamano al Colonnello, la possibilità di piantare la tenda a Villa Pamphili o di tenere una lezione sul Corano per aspiranti amazzoni a Roma, culla della Cristianità; pensi cosa sarebbe successo se un missionario fosse andato a La Mecca a predicare il Vangelo! Non mi ricordo performance di rilievo nei vari incontri internazionali cui ha partecipato. Per carità di Patria faccio finta di non ricordare le foto di gruppo con lei che si esibiva nel gesto delle corna, l’intervento al Parlamento europeo in cui ha dato del “kapo” al capogruppo dei socialisti, il tedesco Martin Schulz, il “cucù” alla Merkel a Trieste, l’appellativo di “culona inchiavabile” affibiato alla stessa Merkel. Taccio anche dei suoi strettissimi rapporti con Putin, noto campione di democrazia. Non posso fare a meno, però, di sottolineare la coerenza di chi si scaglia contro il comunismo, regime che ha causato milioni di morti, ed esalta contemporaneamente Putin, ex capo del KGB sovietico! Insondabili misteri della mente umana.

Non entro nel merito dei suoi contrastati rapporti con la Costituzione. E’ del tutto evidente che lei si ritiene il Sole attorno al quale ruotano i pianeti e si considera il fulcro del sistema, come tale del tutto libero da qualsivoglia vincolo. Peccato per lei che la democrazia preveda un equilibrio fra il potere esecutivo, il potere legislativo ed il potere giudiziario. Il problema è ciò che i suoi continui anatemi hanno lasciato in tante persone, spesso in totale buona fede: l’assoluta delegittimazione della Magistratura ed il conseguente senso di impunità generale. Tutto è lecito, tutto si può fare. Spalleggiato dal fido Ghedini, lei ha introdotto un nuovo metodo di difesa: ci si difende “dai” processi e non ci si difende “nei” processi

Ma certamente lei verrà anche ricordato per le sue attività extra politiche, in primis il bunga-bunga. La prego, non mi dica per l’ennesima volta che nella sua vita privata lei fa quel che vuole. Un uomo politico che si definisce uno statista ha degli obblighi morali da seguire, deve essere un esempio per il popolo, non ha un privato. Ed in ogni caso, se nel suo privato compie dei reati, come per esempio andare a letto con una prostituta minorenne, deve essere perseguito come qualunque altro cittadino e punito, se colpevole, come e più di qualunque cittadino proprio in relazione al ruolo che ricopre.

Silvio, vede che alla fin fine la sua presenza in politica non è determinante? Faccia un regalo alla maggior parte degli Italiani: prenda atto del suo fallimento e si goda i suoi soldi, si goda i suoi nipoti, ma sparisca dalla circolazione. Il Paese ha bisogno di una destra rispettabile e con lei in campo di rispettabile ci sarebbe ben poco

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