A tutti gli scienziati mancati

Trovato sul web e condiviso

Lettera aperta di una collega anestesista, in prima linea nella battaglia contro il Coronavirus

F.L. Anestesista dal fronte Covid-19:
A TUTTI GLI SCIENZIATI MANCATI:
“Il personale sanitario sta lavorando ininterrottamente da oltre due mesi e mezzo senza ferie.
Stress, tensione e stanchezza sono altissimi anche tra chi non è in prima linea nelle rianimazioni Covid-19.
È come maneggiare ogni giorno un ordigno che potrebbe esplodere da un momento all’altro.
Cosa forse difficile da capire per chi sta a casa da settimane e vive di social e tv.
Pertanto non me ne vorrete, se la mia capacità di sopportazione nei confronti di complottari, odiatori seriali, no-vax e tuttologi del web si è esaurita.
E quando leggo che “siamo complici di un sistema che ha creato il virus in laboratorio, schiavi di governi che hanno ingigantito il problema per interessi commerciali e siamo pagati dalle case farmaceutiche che vogliono arricchirsi alle spalle della povera gente”, penso sia normale che uno si arrabbi e risponda.
Perché sono affermazioni molto offensive.
Quando ci date dei buffoni.
Quando ci denigrate dicendo che “non abbiamo capito niente”, perché “non dubitiamo della medicina ufficiale”.
Mentre voi siete più furbi.
Avete opinioni.
Avete dubbi.
Perché leggete e vi informate sul web.
Noi no. Noi siamo dei fantocci.
Siamo degli incompetenti.
Soprattutto quando citate a supporto delle vostre tesi Tarro, Montanari o Montagnier, di cui ignoravate assolutamente l’esistenza, prima che Giletti o Vespa ne parlassero qualche giorno fa.
E li ignoravate perché nella vita avete fatto o studiato altro.
Con il massimo rispetto per ogni professione.
Ma non avete alle spalle studi specifici che vi consentano di esprimere giudizi su argomenti per i quali vi mancano i fondamentali.
E la medicina non è pensiero magico.
Non basta ripetere tante volte un concetto perché diventi verità.
Le affermazioni vanno suffragate da dati, da studi, da sperimentazioni.
Si chiama “metodo scientifico”.
La medicina non è tifo calcistico.
Le “opinioni” vanno bene per un canzone, un quadro, un libro, un piatto di cucina.
Ma, soprattutto, bisognerebbe avere l’umiltà di non esprimere giudizi, quando non si hanno le competenze su un argomento.
Di pretendere che le proprie affermazioni siano vere solo perché “ognuno è libero di esprimere la sua, visto che siamo in democrazia”.
Perché “leggere e documentarsi sul web” o guardare Porta a Porta non fornisce certo i fondamentali per interpretare sperimentazioni in ambito virologico o comprendere le implicazioni di determinati provvedimenti di salute pubblica.
Anche se vi piace crederlo.
Perché poi, per coerenza, invece di pretendere i posti letto in rianimazione, le terapie aggressive, la prono-supinazione, l’intubazione precoce, i rianimatori a domicilio, i tamponi 3 volte al giorno e le ambulanze sotto casa, dovreste accettare di curarvi con le tisane di forsizia, la papaya, l’acqua con la memoria e i decotti di semi di lino.
Oppure chiamate Montagnier, che dice che per non prendere l’HIV basta farsi il bidet con il sapone e cambiarsi le mutande.
Perché se siamo dei buffoni, lo siamo sempre.
Perché se la medicina tradizionale deve essere messa in discussione, lo deve essere sempre.
Non solo quando vi fa comodo.
Perché se il covid-19 è un’invenzione che ha come unico scopo far arricchire i medici con i vaccini e con il caldo passerà tutto, aspettate fiduciosi.
Senza la mascherina, mentre sorseggiate il vostro estratto di echinacea.
Ovviamente non me ne vorrete quando, la prossima volta, vi farò una bella anestesia omeopatica a base di oscillococcinum”.

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