Abbiamo vinto noi e sei diventato senatore; se aveste vinto voi io sarei morto o in galera

Ho letto oggi tanti commenti sulla Festa della Liberazione, molti dei quali denotavano una profonda ignoranza storica, ma, quel che è peggio, intellettiva. Pensare che chi festeggia il 25 aprile sia un piddino e che per ciò sia un venduto, un corrotto, un malfattore è indice di quanto sia degradata la lotta politica e di quanto il più becero qualunquismo abbia fatto breccia nelle menti più permeabili e condizionabili.
Il significato più profondo del 25 aprile, a mio avviso, è racchiuso in questo dialogo svoltosi fra Vittorio Foa, senatore socialista, partigiano del Partito d’Azione e rappresentante del CLN (per chi non lo sapesse Comitato di Liberazione Nazionale), e Giorgio Pisanò, repubblichino, fascista fino alla fine, anche lui eletto al Senato della Repubblica dopo la Liberazione. « Abbiamo vinto noi e sei diventato senatore; se aveste vinto voi io sarei morto o in galera » è la frase detta da Foa e che spiega perchè anche chi oggi può scrivere le peggiori cazzate su Internet deve essere grato a coloro che hanno dato la vita per la libertà di noi tutti

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