Allontanarsi dalla Calabria

Letto sulla pagina Facebook di un’amica. Non so chi sia l’autore (o l’autrice), che per tale motivo non è citato/a. Di questa mancata citazione, me ne scuso

 

Già … Allontanarsi dalla Calabria per studio o per lavoro non è mai così semplice. All’inizio non vedi l’ora di andar via, sei entusiasta, hai una voglia matta di incontrare nuova gente, di vivere nuove esperienze e confrontarti con altre realtà! Magari ti realizzerai, troverai ciò che cercavi o ciò che non avresti mai immaginato di trovare. Però… il tuo cuore resterà sempre lì. In quella terra meravigliosa. In quel posto così legalmente senza regole in cui tutto sembra andare storto, ma si sta bene lo stesso.
E allora, quando finalmente torni in Calabria, il tempo del viaggio “vola” davvero! Esci dall’aereo e ti senti subito a casa, respiri un’aria diversa. Sei a 100km da casa tua e già vedere le macchine in doppia fila uscendo dall’aeroporto e ascoltare il tuo dialetto ti fa sentire sotto le coperte del tuo letto.
Sì, perché in Calabria ogni due parole in italiano “ci ndi zicchi una in dialettu”, perchè suona meglio, perché fortifica il concetto. 
Poi finalmente arrivi al bar, prendi un caffè, vai a pagare e i una vocina da dietro che ti dice “u caffè è pavatu, offro io!”. Perchè “giù” il caffè avvicina tutti e risolve tutto. “Ndi virimu e tri pu cafe”. Noi ci incontriamo così. Non ci mettiamo d’accordo una settimana prima per uscire! E poi…il caffè in Calabria costa 70 centesimi (bicchieri d’acqua compresi), la birra due euro e la pizzetta uno. Poi generalmente si consuma tutto “fuori”, nel marciapiede; “ti pigli na birra e nesci”. Poi paghi, dopo. Funziona così da noi.
In paese la birra con gli amici è più fredda, è più buona, e costa due euro. Gustarla tra un “chi mi cunti?” e un “chi si rici!”, tra chi passa ti saluta e dopo aver ricambiato il saluto “ma cu era?” …è tutta un’altra storia.
Sì perché noi, giù in Calabria, siamo tutti amici anche se non ci conosciamo. In Calabria c’è fratellanza: “non lo vedi compà, siamo tutti una famiglia!”…
In Calabria il tempo lo gestisci tu. La puntualità è un optional. In Calabria “l’autobus non passa mai, ma u passaggiu c’è sempri”.
Noi calabresi ci fidiamo e basta, lo sentiamo a pelle. Come quando citofoni a casa e alla domanda “Chi è?” rispondi “Io” e in fiducia ti “iaprunu u purtuni”.
In Calabria la domenica è una gran festa. Il calabrese ama la domenica, la sogna, l’aspetta. La domenica mattina le piazze si riempiono, l’aperitivo con gli amici è d’obbligo. 
La Calabria è tutta un’altra storia. È difficile da spiegare. La Calabria ti culla, ti protegge, se le parli lei ti risponde. 
La Calabria è tutto. Non manca niente. Vai in montagna perché in paese fa caldo, ma poi c’è freddo e allora vai al mare. 
La Calabria è tanto: tutti quei sapori, i colori, gli odori…
La Calabria è troppo. Ed è forse per questo che ogni tanto pensi di avere il bisogno di evadere. 
Allora vai al Tito Minniti o all’aeroporto di Lamezia, parti, e… un mese dopo al telefono con papà : “Milano è bellissima, non ha eguali. Qui tutto va per il verso giusto. Quanti turisti! Poi qui tutti rispettano le regole. I musei son sempre pieni, il duomo è maestoso, il naviglio di sera è uno spettacolo, ma… puoi prenotarmi un biglietto? Ho bisogno della mia Calabria!.”
❤️❤️❤️#calabriamia

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