Articolo 18 e coerenza grillina

Se non ho capito male, il M5S ha combattuto il Jobs Act del PD e di Renzi soprattutto perchè contrario all’abolizione dell’articolo 18. Per tutta la campagna elettorale è stato ripetuto in lungo e in largo che, se il M5S fosse diventato partito di governo, l’articolo 18 sarebbe stato ripristinato per smontare alla base l’odiato Jobs Act.
Oggi il M5S è partito di governo e si discute alla Camera il cosiddetto “Decreto dignità”. LEU (Liberi e Uguali) propone, in un emendamento, il ripristino dell’articolo 18. Che meraviglioso assist! Coerenza avrebbe voluto che l’emendamento avesse ricevuto i voti dei pentastellati. E invece hanno votato CONTRO. Hanno votato contro le loro stesse promesse elettorali, contro uno dei cavalli di battaglia che li ha portati a diventare il primo partito d’Italia. Hanno, per l’ennesima volta, dimostrato che governare è difficile e che invece sparare ad alzo zero contro i provvedimenti del governo in carica è facilissimo. Hanno dimostrato la loro incoerenza o forse la loro coerenza: hanno detto tutto e il contrario di tutto per cui cascano sempre in piedi. Prossimi appuntamenti la TAV (si fa, si blocca, si ridiscute il progetto, dobbiamo valutare) l’ILVA (si chiude, si riconverte, rimane aperta con un nuovo piano industriale, stiamo studiando, aspettiamo nuove proposte), il TAP (lo blocchiamo, salviamo gli ulivi, si fa, si sposta la sede di arrivo in Italia, dobbiamo ridiscutere il piano energetico, stiamo studiando)
Nel frattempo attendiamo di sapere quali saranno le decisioni per evitare la clausola di salvaguardia con l’aumento dell’IVA al 25%.
Nel caso non fosse chiaro, al Governo ci stanno M5S e Lega e saranno loro responsabili nel bene e nel male delle decisioni che verranno adottate. Non potranno scaricare su altri responsabilità che competono solo ed esclusivamente a chi governa

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