Archivio della categoria: medicina

Ringraziamenti ….

Sono stato molto indeciso se pubblicare o meno questo post, perché non vorrei si pensasse ad una sorta di auto-celebrazione. Chiaro, quando arriva in sede INAIL una lettera scritta da un assistito che, con parole probabilmente esagerate, ringrazia per come viene seguito il suo caso, la cosa non può che far piacere. Ma vorrei che il ringraziamento fosse esteso a tutti i colleghi, di varie specializzazioni, che come me lavorano all’INAIL e la cui opera spesso viene misconosciuta, a volte, dispiace dirlo, anche dai colleghi medico-legali. Siamo stati forse gli unici ambulatori rimasti aperti, unico punto di riferimento per coloro che hanno avuto la sventura di entrare nella categoria degli infortunati sul lavoro a ridosso o durante la pandemia. Gli ambulatori delle ASL sono stati quasi tutti chiusi o al più aperti solo per le urgenze; lo stesso è avvenuto in molti Ospedali, dove venivano prenotate le visite solo per coloro che da poco avevano subito un intervento o per le urgenze. Non parliamo dell’odissea di chi ha dovuto prenotare un esame strumentale, dalla semplice radiografia fino a TAC o RMN.
Noi all’INAIL ci siamo stati sempre e, nel nostro piccolo, abbiamo cercato di dare risposte ai pazienti. E allora questa soddisfazione la voglio condividere con Arturo Di Folco, con Claudia Matteucci, con Lina Barillà, con tutti i colleghi SUMAISTI che lavorano come me all’INAIL. Noi non andiamo in prima pagina, non siamo famosi, spesso veniamo considerati di “serie B” (vuoi mettere chi lavora in un Policlinico Universitario piuttosto che in un Ospedale?). Però ci siamo nella quotidianità e spesso diventiamo unico punto di riferimento

Related Images:

A tutti gli scienziati mancati

Trovato sul web e condiviso

Lettera aperta di una collega anestesista, in prima linea nella battaglia contro il Coronavirus

F.L. Anestesista dal fronte Covid-19:
A TUTTI GLI SCIENZIATI MANCATI:
“Il personale sanitario sta lavorando ininterrottamente da oltre due mesi e mezzo senza ferie.
Stress, tensione e stanchezza sono altissimi anche tra chi non è in prima linea nelle rianimazioni Covid-19.
È come maneggiare ogni giorno un ordigno che potrebbe esplodere da un momento all’altro.
Cosa forse difficile da capire per chi sta a casa da settimane e vive di social e tv.
Pertanto non me ne vorrete, se la mia capacità di sopportazione nei confronti di complottari, odiatori seriali, no-vax e tuttologi del web si è esaurita.
E quando leggo che “siamo complici di un sistema che ha creato il virus in laboratorio, schiavi di governi che hanno ingigantito il problema per interessi commerciali e siamo pagati dalle case farmaceutiche che vogliono arricchirsi alle spalle della povera gente”, penso sia normale che uno si arrabbi e risponda.
Perché sono affermazioni molto offensive.
Quando ci date dei buffoni.
Quando ci denigrate dicendo che “non abbiamo capito niente”, perché “non dubitiamo della medicina ufficiale”.
Mentre voi siete più furbi.
Avete opinioni.
Avete dubbi.
Perché leggete e vi informate sul web.
Noi no. Noi siamo dei fantocci.
Siamo degli incompetenti.
Soprattutto quando citate a supporto delle vostre tesi Tarro, Montanari o Montagnier, di cui ignoravate assolutamente l’esistenza, prima che Giletti o Vespa ne parlassero qualche giorno fa.
E li ignoravate perché nella vita avete fatto o studiato altro.
Con il massimo rispetto per ogni professione.
Ma non avete alle spalle studi specifici che vi consentano di esprimere giudizi su argomenti per i quali vi mancano i fondamentali.
E la medicina non è pensiero magico.
Non basta ripetere tante volte un concetto perché diventi verità.
Le affermazioni vanno suffragate da dati, da studi, da sperimentazioni.
Si chiama “metodo scientifico”.
La medicina non è tifo calcistico.
Le “opinioni” vanno bene per un canzone, un quadro, un libro, un piatto di cucina.
Ma, soprattutto, bisognerebbe avere l’umiltà di non esprimere giudizi, quando non si hanno le competenze su un argomento.
Di pretendere che le proprie affermazioni siano vere solo perché “ognuno è libero di esprimere la sua, visto che siamo in democrazia”.
Perché “leggere e documentarsi sul web” o guardare Porta a Porta non fornisce certo i fondamentali per interpretare sperimentazioni in ambito virologico o comprendere le implicazioni di determinati provvedimenti di salute pubblica.
Anche se vi piace crederlo.
Perché poi, per coerenza, invece di pretendere i posti letto in rianimazione, le terapie aggressive, la prono-supinazione, l’intubazione precoce, i rianimatori a domicilio, i tamponi 3 volte al giorno e le ambulanze sotto casa, dovreste accettare di curarvi con le tisane di forsizia, la papaya, l’acqua con la memoria e i decotti di semi di lino.
Oppure chiamate Montagnier, che dice che per non prendere l’HIV basta farsi il bidet con il sapone e cambiarsi le mutande.
Perché se siamo dei buffoni, lo siamo sempre.
Perché se la medicina tradizionale deve essere messa in discussione, lo deve essere sempre.
Non solo quando vi fa comodo.
Perché se il covid-19 è un’invenzione che ha come unico scopo far arricchire i medici con i vaccini e con il caldo passerà tutto, aspettate fiduciosi.
Senza la mascherina, mentre sorseggiate il vostro estratto di echinacea.
Ovviamente non me ne vorrete quando, la prossima volta, vi farò una bella anestesia omeopatica a base di oscillococcinum”.

Related Images:

Aiuto, mancano medici specialisti!!

Considerata la carenza di medici specialisti, in particolare ortopedici, in Molise vengono precettati i medici militari per evitare la chiusura dei reparti
Ed ecco che i nodi vengono al pettine. Tra disamoramento per le restrizioni imposte al nostro lavoro, sovvertimento del nostro ruolo (non più medici, ma ragionieri), numero chiuso all’Università nonostante fosse semplice ipotizzare che intorno al 2020 ci sarebbe stato un gran numero di medici prossimi alla pensione, e nessuno all’epoca avrebbe ipotizzato l’introduzione di quota 100, riduzione dei posti alle scuole di specializzazione, era abbastanza facile prevedere la carenza di medici intorno al 2020. 
Forse non era ipotizzabile immaginare che alcune scuole di specializzazione avrebbero avuto una riduzione ulteriore del numero di iscritti, ortopedia fra queste. Non credo sia un caso, dato che noi ortopedici siamo fra le specializzazioni più soggette a denunce, il più delle volte infondate, da parte dei pazienti, con costi dei premi assicurativi fuori dal mondo: a me, che non sono ospedaliero e non ho incarichi apicali, è stato proposto un costo per l’assicurazione da responsabilità professionale fra 13 e 16000 (si, avete letto bene, sedicimila) euro annui. Quanto dovrei fatturare e quanti interventi chirurgici dovrei fare per rientrare di questa spesa, considerando che la mia tassazione viaggia sul 50% di aliquota? E come fa un collega, appena specializzato, a caricarsi una “tassa” mensile di 1300 euro “a prescindere” da quanto possa lavorare? Ma si sa, chi scrive le leggi difficilmente ascolta gli operatori del settore. Purtroppo, alla fine, chi ci rimette è l’utente. E, considerando i tagli che inevitabilmente ci saranno per rientrare dalle “fantastiche” politiche economiche dei nostri governanti, è facile ipotizzare che l’offerta di sanità pubblica scenderà ancora
Mala tempora currunt

Related Images: