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Figura di m…

https://video.repubblica.it/edizione/torino/la-fake-news-di-ugo-mattei-in-terapia-intensiva-il-70-per-cento-e-vaccinato-ma-il-fact-checking-lo-smentisce-in-diretta/401693/402403?ref=RHTP-BS-I308887178-P17-S4-T1

A conferma che tanti aprono la bocca tanto per dire la prima cosa che passa per la mente, sparano dati inesistenti e, quando vengono beccati con le mani nel vaso della marmellata, non sanno più cosa dire. Si sente forte il rumore delle unghie che si arrampicano sugli specchi.

Ma il problema non sono loro. Il grosso problema sono gli analfabeti che prendono per buone queste affermazioni “a prescindere”, le diffondono come verità assolute, trovando altri analfabeti che faranno la stessa cosa e così via … e nel frattempo il SARS-COV-2 ringrazia 

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Dalla mamma di uno scout

Il senso dello scoutismo spiegato dalla mamma di uno scout. Niente da aggiungere
 
 
 
La splendida lettera che la mamma di un partente ha spedito ai suoi capi scout. 😍
Parole che esprimono tutta la potenza, la bellezza, il senso ultimo dello scautismo. E del mestiere di Capo scout. Che non si fa per una ricompensa e nemmeno per un “grazie”. …Ma un grazie come questo fa piangere di gioia.
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Oggi mio figlio prende la Partenza, e io ho nel cuore un groviglio di emozioni che non so districare.
In questi 10 anni ho fatto anch’io un cammino, e mentre lui imparava a fare lo zaino, io cercavo di svuotare il mio.
Non è stato facile, non lo è stato per niente.
Ho dovuto svuotarlo dall’ansia di vederlo partire, di non poterlo sentire al telefono se non saltuariamente e velocemente.
Ho dovuto sopportare l’angoscia di ogni hike, e per fortuna l’ho sempre saputo dopo, quando oramai la cosa era fatta, e lui era sano e salvo.
Ho dovuto restare zitta e fare un passo indietro davanti a certe decisioni dei capi che non capivo e non condividevo.
Ho dovuto spogliarmi di quella convinzione per cui noi genitori dobbiamo essere l’unico punto di riferimento nell’educazione dei nostri figli, e accettare che altri intervenissero, decidessero, consigliassero. E ho capito col tempo che questa era una ricchezza grande, un aiuto, soprattutto nell’età in cui i genitori non si ascoltano “a prescindere”.
Ho dovuto trasportare adolescenti maleodoranti al ritorno dal campo, tenendo i finestrini aperti anche in pieno inverno, vincere il ribrezzo degli insetti al momento di svuotare lo zaino (operazione da fare rigorosamente sul balcone!), perdere il conto dei calzini persi, di mutande sconosciute, di magliette inutilmente etichettate, di un sacco a pelo finito chissà dove…
Ho imparato a cucinare un dolce per la colazione di tutti la domenica mattina, perché le cose si fanno per tutti e non solo per tuo figlio, e questa in verità è una cosa bellissima …
In questo zaino vuoto ho infilato la fiducia nei capi, ai quali ho affidato mio figlio, la cosa più preziosa che ho. Lui è stato fortunato, perché ha trovato gente in gamba, ma io all’inizio non lo sapevo.
E poi la gratitudine per la loro passione, per l’impegno, per lo sguardo attento, per l’ascolto, per le parole dette, per i cazziatoni, per le pacche sulle spalle anche quando le cose non erano proprio precise, per l’ostinazione che li porta a provarci sempre, ancora una volta, e poi ancora …
E alla fine ho messo nel mio zaino la fierezza di essere la madre di uno scout.
Sì, la fierezza. Perché guardo mio figlio e guardo come sta crescendo, e guardo i suoi amici… E sono tutti così belli che ti danno fiducia nel domani, e li senti vivi, vibranti, anche quando fanno gli scemi, e vedi che sono come fratelli, che hanno il coraggio di donarsi, di sporcarsi le mani, di raccontarsi uno all’altro, di aprire il cuore con la certezza di essere ascoltati e custoditi. Perché davanti al fuoco, sotto le stelle, durante il cammino, nella fatica e nella difficoltà di impegnarsi, si sono scambiati le vite, le paure, le stanchezze… ma anche le risate, i giochi incomprensibili per noi “gente normale”, i racconti di imprese che diventano ogni volta più eroiche e inverosimili…. e questa intimità è un collante potente, è famiglia…
Qualche tempo fa mi ha detto che gli servivano nuovi scarponi e io, mentre cucinavo dandogli le spalle, gli ho risposto distrattamente che sì, potevamo comprarli, ma sarebbe stato un peccato spendere dei soldi per un altro paio di uscite. “Ma io continuo, mamma”, mi ha detto, come se fosse cosa scontata. L’ho abbracciato forte, gli ho detto che ero tanto contenta, ma quando è uscito dalla cucina ho cominciato a piangere con il cuore che mi scoppiava di gioia. Ci speravo tanto, avevo pregato tanto, ma lui questo non doveva saperlo perché dovevo lasciarlo libero (e comunque avrebbe deciso lui)…
Io non so quale sarà la sua strada, non so quale sarà il senso che darà alla sua vita. Ma oggi sono felice, e fiera di quello che negli anni è diventato, grazie al lavoro che sta facendo su se stesso, e grazie ad ognuno di voi, che non lo avete mollato mai…
Spero che sia capace di darsi al prossimo, di amare e servire, che per me è l’essenza dell’essere cristiani, e che sia capace di trasmettere quello che ha ricevuto, con generosità, passione, gioia.
Spero che questa resti la sua famiglia, che incontri persone belle, che faccia esperienze forti, e che impari a volare alto quando le cose saranno difficili, e i rapporti complicati.
Grazie, comunque vadano le cose nei prossimi anni. Perché avete aiutato anche me a crescere, o almeno a provarci.
Bari, 7 novembre 2021
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Grazie a Vanessa Serino 🙏 una dei capi che ha ricevuto la lettera e che l’ha pubblicata sul proprio profilo, con il permesso dell’autrice (che ha preferito rimanere anonima).

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Cari no-vax, sono stanco …

Cari no-vax, SONO STANCO della vostra ignoranza”.
Lo sfogo di un medico sulle pagine de IL FATTO QUOTIDIANO
 
“Sono un medico. Si, uno di quelli per cui si applaudiva all’uscita degli ospedali un anno e mezzo fa.
Io sono stanco.
No, non sono stanco di fare il mio mestiere. L’ho scelto che ero ancora bambino e lo sceglierei ancora mille volte.
Sono stanco, quando prendo un aperitivo, di avere accanto a me chi sta bevendo non so quale porcheria, ma afferma che non farà il vaccino perché” non sa cosa c’è dentro”.
Stanco di chi afferma “io non sono no-vax, ma credo che questo vaccino sia stato fatto troppo rapidamente e poco sperimentato”, e poco gli importa se cerchi di spiegargli che i dati della sperimentazione sono disponibili sulle riviste mediche più prestigiose, e che la rapidità è legata allo sforzo economico enorme fatto dalle istituzioni nazionali e internazionali, e dal lavoro comune di centinaia di ricercatori.
Stanco di chi scrive “ha” senza h, ma crede di sapere con certezza che il vaccino a mRNA modifica il DNA, senza sapere che è semplicemente impossibile o, più semplicemente, senza sapere cosa sia l’mRNA.
Sono stanco di chi parla della pericolosità dei vaccini, e sfreccia a 160 Km/h sull’autostrada.
Stanco di chi viene nel mio studio “essendo informato” perché in 10 minuti su Google crede di poter sostituire 10 anni di studi e anni di pratica medica.
Stanco del “le badanti ucraine che conoscono dicono che questo farmaco che stanno iniettando a casa a molti pazienti è efficace“ (tratto da una storia vera), e ciò gli basta, anche se gli fai presente che ora nessun farmaco, purtroppo, si è mostrato davvero efficace.
Stanco del “dobbiamo tornare a vivere” e in nome di questo non posso pensare neanche di mettere una mascherina.
Stanco di chi (s)parla di “dittatura sanitaria” e, allo stesso tempo, stanco della “democrazia sanitaria”, che permette a chicchessia di avere ed esprimere un parere senza le conoscenze mediche per averne uno. E, sulla base di questo parere, decidere di esporre sé stesso (che se ne frega, in fondo) e gli altri (questo invece mi frega) al rischio di infezione. Il tutto, ovviamente, va messo da parte se il no-vax di turno sta male e deve accedere, gratuitamente, in pronto soccorso o in rianimazione.
Perché, serve ricordarlo, tutti noi che lavoriamo negli ospedali curiamo tutti senza distinzione, anche chi avrebbe potuto evitare di entrarci se fosse stato meno no-vax.
Stanco di essere sospettato di esser al soldo di Big Pharma, e di dover spiegare che io, il mio mutuo e le mie vacanze me le pago con il mio stipendio, come loro. Ma va un po’ a credere a un medico. Già, perché crediamo ciecamente a un ingegnere che costruisce un ponte, passandoci sopra ogni giorno (siam sicuri che abbia fatto bene i calcoli perché tenga?), perché prendiamo senza problemi un areo (senza chiedere al comandante e se cade?), paghiamo senza fiatare la riparazione del meccanico senza ergerci esperti di meccanica, ma un medico no, “è una carogna di sicuro”, parafrasando De Andrè.
Non siamo eroi, ma non siamo carogne.
Facciamo il nostro mestiere con passione, con i limiti che la scienza oggi ci impone. Come in tutte le categorie, ci sono delle mele marce anche nel nostro mestiere.
Ma se la vita media oggi è oltre 80 anni è grazie al miglioramento delle condizioni igieniche e ai passi avanti fatta dalla medicina, in ogni ambito. Anche in ambito vaccinale, perché molti di coloro che oggi si sentono in grado di nutrire dubbi, o sfilano per le strade urlando i loro slogan deliranti (“io sono medico di me stesso”…) sono stati vaccinati anni fa. Purtroppo?
 
(Dott. Bernardino De Bari da IL FATTO QUOTIDIANO)
 
 
 

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