Il più bello fra gli inni delle squadre di calcio almeno in Italia … ed oggi ci sta benissimo …. ED UN GRIDO AMARANTO SI ALZERA’ … VAI REGGINA FACCI INNAMORARE ANCORA PER LA VITA PERCHE’ NON E’ MAI FINITA PER UN PADRE CHE HA SOGNATO PER UN FIGLIO APPENA NATO QUI
Galeotto YouTube. Lascio una playlist di canzoni italiane degli anni ’70 in sottofondo mentre scrivo una relazione e, fra le altre, viene suonata una canzone di un gruppo fra i miei preferiti, una canzone che fa riemergere dalle nebbie della memoria un periodo della mia vita non sempre felice, ma che ha lasciato tanti bei ricordi, che una vita fa avrei definito rimpianti.
PER TE QUALCOSA ANCORA
Casa tua mi piace sa di calda pace spesa in due un anno in più sul viso non hai. Tu di me mi chiedi sono qui, mi vedi, dimmi tu mi trovi un po’ cambiato? Non so. Ti ringrazio del pensiero non credevo che fosse giusto rivederci l’hai fatto tu per me
so che lui conosce bene chi sia io prima che ritorni scusa, ma andrò via. Vedo che i capelli adesso non li tagli più in quel modo strano in cui tu mai sembravi tu dolce e più serena è la voce tua vedo tutto intorno nuova fantasia. Te lo ricordi com’eri allora come non parlavi fra gli entusiasmi della mia mente solo mi lasciavi. Ora ne parli della tua vita della vostra intesa in questo mondo che ti appartiene quanto sei più bella
adesso. Quanto amore dal tuo sonno lui svegliò per sé ciò che sempre inutilmente io chiedevo a te sai che cosa scopro d’improvviso io non ho mai pensato di sbagliarmi io. Prima che vada per la mia strada dimmi, si, che in fondo ha avuto un senso nei nuovi giorni anche un po’ il mio mondo. Fammi pensare che potrei darti qualche cosa ancora fammi pensare di aver paura che lui possa rientrare adesso…
Sono stato molto indeciso se pubblicare o meno questo post, perché non vorrei si pensasse ad una sorta di auto-celebrazione. Chiaro, quando arriva in sede INAIL una lettera scritta da un assistito che, con parole probabilmente esagerate, ringrazia per come viene seguito il suo caso, la cosa non può che far piacere. Ma vorrei che il ringraziamento fosse esteso a tutti i colleghi, di varie specializzazioni, che come me lavorano all’INAIL e la cui opera spesso viene misconosciuta, a volte, dispiace dirlo, anche dai colleghi medico-legali. Siamo stati forse gli unici ambulatori rimasti aperti, unico punto di riferimento per coloro che hanno avuto la sventura di entrare nella categoria degli infortunati sul lavoro a ridosso o durante la pandemia. Gli ambulatori delle ASL sono stati quasi tutti chiusi o al più aperti solo per le urgenze; lo stesso è avvenuto in molti Ospedali, dove venivano prenotate le visite solo per coloro che da poco avevano subito un intervento o per le urgenze. Non parliamo dell’odissea di chi ha dovuto prenotare un esame strumentale, dalla semplice radiografia fino a TAC o RMN. Noi all’INAIL ci siamo stati sempre e, nel nostro piccolo, abbiamo cercato di dare risposte ai pazienti. E allora questa soddisfazione la voglio condividere con Arturo Di Folco, con Claudia Matteucci, con Lina Barillà, con tutti i colleghi SUMAISTI che lavorano come me all’INAIL. Noi non andiamo in prima pagina, non siamo famosi, spesso veniamo considerati di “serie B” (vuoi mettere chi lavora in un Policlinico Universitario piuttosto che in un Ospedale?). Però ci siamo nella quotidianità e spesso diventiamo unico punto di riferimento
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