Archivio della categoria: personale

Il fascismo non è morto 70 anni fa

Per chi pensa che l’antifascismo non serve più perché il “fascismo è finito 70 anni fa”, ecco un buon motivo di riflessione. Questa bestia (mi rifiuto di associarlo alla razza umana) ha postato questo tweet sulla sua pagina Twitter. Nota bene: non è uno qualunque, è candidato alle elezioni con Forza Nuova.

 

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E siamo arrivati a 60

Appena varcata la soglia dei 60 anni, è giusto fermarsi un attimo e riflettere sul sentiero percorso, su quel che ho seminato.
Sono tracce, che ho cercato di seguire, e che riporto in breve, tratte dall’ultimo messaggio di BP (chi è stato scout lo conosce, parlo di Baden Powell, il fondatore dello scoutismo), che sono una sorta di via maestra che ho cercato bene o male di percorrere nella mia vita
“Credo che il Signore ci abbia messo in questo mondo meraviglioso per essere felici e godere la vita. La felicità non dipende dalla ricchezza né dal successo nella carriera, né dal cedere alle nostre voglie…. 
Contentatevi di quello che avete e cercate di trarne tutto il profitto che potete. Guardate al lato bello delle cose e non al brutto….
Ma il vero modo di essere felici e quello di procurare la felicità agli altri. Cercate di lasciare questo mondo un po’ migliore di quanto non lo avete trovato e, quando suonerà la vostra ora di morire, morirete felici nella coscienza di non aver sprecato il vostro tempo, ma di aver fatto del vostro meglio.”
Spero che, quando sarà il mio momento (mi auguro non tanto presto) di me si possa dire: “ha fatto del suo meglio” …..
Grazie a tutti coloro che oggi si sono ricordati del mio compleanno

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Reggio e la “sua Madonna”

Anche oggi, come da quasi 500 anni a questa parte, Reggio rinnova l’abbraccio con la Patrona della città, Maria Santissima della Consolazione. Difficile, per chi non è reggino, capire il legame che ci lega alla Madonna. Mi viene in mente una canzone della Curva Sud della Reggina dei tempi della Serie A, “chi non è di Reggio non lo sa ….” 
E’ una festa di popolo che inizia già da venerdì sera, con la veglia di preghiera, le messe ad intervalli di un’ora e la folla che sale verso la Basilica dell’Eremo, situata nella parte alta della città. Già qui è possibile osservare questa commistione stretta fra sacro (la veglia, le messe) e il profano (le bancarelle, i gruppi che si formano al suono di tamburelli e fisarmonica per ballare la tarantella). La tarantella, forse il ballo più “popolare”, che accompagna le preghiere che si recitano dentro la chiesa. 
Impressiona vedere la fiumana di gente che il sabato mattina segue la Sacra Effigie, il quadro trasportato a spalla per una decina di Km attraverso la città, da 500 portatori che si alternano (120 per tratto). E’ l’intera cittadinanza che segue la Vergine, che, a sua volta, “scende” in città, secondo il gergo popolare. E pensando alla Vara che viene appoggiata a terra, all’immagine di Maria che sovrasta appena le teste delle persone, si comprende bene come la Madonna “scenda” fra la sua gente. 
Quest’anno, dopo tanti anni, ho visto l’ingresso in Cattedrale, emozionante, commovente come sempre. E mi ha particolarmente colpito l’urlo, il ruggito dei portatori prima di innalzare per l’ultima volta la Vara e portarla sotto l’altare: “ora e sempre: viva Maria!”, amplificato dentro il Duomo e seguito dall’applauso di tutti coloro che attendevano la Madre e che hanno accompagnato gli ultimi metri del percorso.
“Cu terremoti cu guerre e cu paci, sta festa si fici sta festa si faci”

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