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Grazie a Luca Bottura

Grazie a Luca Bottura per questa lettera aperta. Finirà prima o poi questa ondata di bestialità che pervade i social, la nostra società ne è ormai “inzuppata”. E quando tutto questo finirà, perchè finirà prima o poi, mi auguro che tanti dei leoni da tastiera che blaterano insulti indegni di un essere umano spariscano dai radar, vergognandosi di ciò che hanno pensato, detto, diffuso. Salvare una vita umana viene prima di ogni legge, ricordiamolo sempre

 

Dai, che adesso sei contento.
La figlia di papà, la zecca rossa, la rasta… hai visto come stava bene sulla macchina della Gdf?
Ti è piaciuto vedere l’agente che le spingeva la testa verso il basso, come si fa coi criminali veri?
Tu, bandierino social, fenomeno da tastiera, concentrato di livore, quello che “aiutiamoli a casa loro” e poi se li aiutano “ma perché non si fanno i cazzi loro?”.

E anche tu, giornalista più o meno celebre, che la sera in tv metti la giacca e la cravatta, partecipi al grande talk unico in cui tutto formalmente sembra normale, e invece inocula paura solo per trarne un misero tornaconto personale.
E tu, pompiere intellettuale, diportista a morale alterna, che – per carità – mica è sessismo, se le augurano di finire impalata per una parte precisa del corpo. Sono i social cattivi. Ma poi sui social sgangheri, vilipendi, ti accanisci sui deboli.
E pure tu, carne da cannone della propaganda, del gioco al ribasso sempre e comunque, del buono trasformato in buonista per potergli dare del coglione.

Tu che “ordine e disciplina”, ma per gli altri.
Tu che quando c’era l’Apartheid… beh, lo diceva la legge. Che quando l’amico del duce gasava le sue vittime… beh, c’era una legge. Che quando un partito truffa lo Stato… eh, aspetta un attimo… “la legge è uguale per gli altri”.
Sei contento, dai. Tanto contento.
Ora che una ragazza che per 1500 euro al mese ha rischiato la galera, l’ha trovata, mentre le davi della figlia di papà…

Siamo un Paese più equo, meritocratico, moderno.
Ricco. Soprattutto onesto.
Non abbiamo più quattro Regioni – a crescere – in mano alla ‘ndrangheta, alla camorra, a Cosa Nostra.

Tuo figlio non dovrà emigrare perché lo sorpassa qualche raccomandato, e ti dà fastidio solo perché non sei tu.
I tuoi concittadini non ti metteranno più le mani in tasca tenendosi nella medesima 180 miliardi l’anno di nero, quelli con cui tuo figlio lavorerebbe al Mit di Roma. Che sarebbe più ricco e famoso di quello di Boston.

Nessuno ti ruberà più il lavoro.
Nessuno insidierà le tue donne. Potrai insidiartele da solo, come sempre. Appunto perché pensi siano tue.
Nessuno commetterà reati. Anche se… lo sai che gli immigrati regolari in carcere, percentualmente, sono MENO degli italiani?

E quando ti accorgerai come sempre che ti hanno preso per i fondelli, che il tuo Capitano poteva ridistribuire i migranti in Europa ma non si è mai presentato per chiederlo, perché gli servono così, gli servi così, impaurito e ubbidiente… sarai ancora una volta quello che non sapeva, che se c’era dormiva, come in quel vecchio film di Toto e Fabrizi: “Sempre stato anti, io”.

Quel giorno forse un po’ ti vergognerai.
O forse no.
Perché questo è forse l’unico caso nella storia in cui il problema potrebbe davvero essere ben altro.
Ma la verità è che il problema sei tu.

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Commento alle elezioni (Prof. G. Saraceni)

Hanno vinto la paura, l’ignoranza e la stupidità. “Lei insulta sette milioni di italiani!”. Sì, è vero, lo faccio molto volentieri. Loro mi insultano da più di venti anni chiamandomi terrone o ladrone solo perché sono nato al Sud; ipocrita e buonista solo perché non rido quando i bambini affogano; professorone e radical chic perché non considero l’ignoranza un valore da preservare e difendere a tutti i costi. Quindi io oggi mi sento pienamente legittimato a dire loro la verità: sette milioni di voti per la lega equivalgono a sette milioni di analfacapre. Non una di meno.

In Italia si studia e si legge pochissimo. È un dato oggettivo. Questo è il risultato conseguente e necessario. L’unica cura contro il fascismo è la cultura, ci stanno chiaramente iniziando a mancare gli anticorpi.

Diamoci da fare. 
Perché la nottata è ancora lunga.

Roma A. D. 2019

Mala Tempora Currunt

 

Prof. Guido SARACENI

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Lo Spread spiegato a chi non lo capisce (Enrico Mola)

Amici leghisti e fan del Capitano vari, proviamo a farla il più semplice possibile.

Allora. Ogni anno l’Italia si fa prestare dai “mercati” (quindi da banche, società, istituti, investitori italiani ed esteri, ecc.) circa 400 miliardi di euro. Cioè siamo noi ad andare da questi mercati e chiedere: “Ci prestate 400 miliardi per favore che ci servono assolutamente?”.

Per avere un’idea di quanti siano 400 miliardi di euro, e quanto siano vitali per tutti noi, basti pensare che per la Sanità spendiamo 150 miliardi all’anno. E per tutte le pensioni spendiamo 170 miliardi. Nemmeno sommandoli arrivi a 400 miliardi. Ok?

Se i “mercati” non ci prestassero ogni anno i LORO 400 miliardi di euro, quindi, l’Italia sprofonderebbe nel caos più totale nel giro di 24 ore. Niente pensioni, niente stipendi, ospedali chiusi, scuole chiuse, forze dell’ordine senza stipendi e con le auto ferme, e così via.
Fin qui ci siamo giusto? 
Ok.

Ovviamente i “mercati” non ci prestano i loro soldi gratis. Ma in cambio di un tasso d’interesse. Che varia. Più loro si fidano di noi (cioè, più loro si fidano del fatto che gli restituiremo i LORO soldi) più basso sarà il tasso di interesse di cui si accontenteranno. Meno si fidano di noi, più alto è il tasso che dovremo offrire per convincerli a prestarci i LORO soldi.

Quando sentiamo parlare di Spread che aumenta o diminuisce altro non stiamo parlando, sostanzialmente, che di questo.

Quindi quando sentiamo dire che lo Spread sta aumentando non significa, come dice il Capitano, che “c’è uno dall’altra parte del mondo che schiaccia un bottone e aumenta lo spread” (giuro, parole sue).

Significa semplicemente che quelli che ci prestano i LORO soldi stanno preferendo investirli altrove, su titoli più sicuri. Perché? Perché magari qualcuno – chissà chi – al governo ha detto “me ne frego dei mercati” o “me ne frego dello spread”.

E fatemi capire: voi prestereste i vostri soldi a qualcuno che vi dice: “Me ne frego di restituirteli?”.
Voi andreste in banca a dire al direttore: “Buongiorno stronzo. Devo fare il mutuo per la casa. Prestami i soldi testa di cazzo, che poi non lo so se te li restituisco”? Non credo, giusto?

I mercati quindi, quando sentono quelle robe lì, comprensibilmente hanno più difficoltà a darci i LORO soldi. Per cui a NOI tocca offrire tassi di interesse più alti per convincere quelli che stiamo insultando e da cui dipendiamo, a prestarci i LORO soldi. Cioè NOI aumentiamo lo Spread (NOI!) per convincerli a darci i LORO soldi per rimediare ai danni di Salvini.

Il bottone di cui parla Salvini sta nella sua bocca. E’ lui che da un anno, in nome del consenso e approfittando dell’ignoranza in materia, lo preme facendo aumentare lo spread. O meglio i tassi, che prima di lui erano all’1,7% e ora sono al 2,7%.

Risultato: con quelle frasi lì Salvini ha fatto spendere all’Italia, di soli interessi (lo spread insomma) qualcosa come 3-4 miliardi in un solo anno. Però lui ci ha guadagnato milioni di voti.

Consapevolmente. Sapendo bene di danneggiare il Paese, pur di avere voti.

Ora che quindi avete (ne sono sicuro) capito:
– che siamo noi a chiedere ai mercati di prestarci i LORO soldi
– che senza i LORO soldi noi finiremmo gambe all’aria
– che conviene a noi tenere bassi gli interessi (cioè il benedetto spread).

Ditemi: quanto bisogna essere coglioni o ignoranti o annebbiati (spero la terza) per applaudire a uno che pur di avere voti in più brucia 4 miliardi dei vostri soldi?

Chi è lo stronzo: chi ci presta i soldi e chiede che non siano bruciati, o chi chiede i soldi e insulta e minaccia chi deve prestarceli? Fate voi.

[Emilio Mola]

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