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Metafora calcistica

Riflessione di Emilio MOLA, da condividere per spiegare cosa sta succedendo a coloro che ignorano la Costituzione della Repubblica Italiana

 

C’è il capitano di questa squadra di calcio che a un certo punto della partita, al 15esimo minuto, quando la sua squadra è in vantaggio per ben 2 reti a 0, prende la palla in mano e dirigendosi verso lo spogliatoio urla: 
“Basta. Abbiamo vinto noi. La partita finisce qui. Passiamo alla prossima”.

Gli altri restano di stucco: “Ma che stai facendo?!” gli domandano.

“Come che sto facendo? Me ne vado. Abbiamo vinto. Siamo in vantaggio per 2 a 0. Quindi abbiamo vinto. Voglio giocare la prossima partita”.

“Ma hai vinto cosa?! Mica è finita la partita. Manca ancora un’ora e un quarto. Le partite di calcio durano 90 minuti, mica 15. E’ la regola”.

“Ecco qua, i professoroni e le regolone dei professoroni. I 90 minuti dei professoroni. Uh che paura. Uè. Guarda che io non ho paura bello mio. Io sono un uomo libero. Hai capito? Libero. E non ho paura di giocare un’altra partita”.

“Ma che cazzo c’ent…”

“Io l’unica regola che conosco è quella dello stadio. E’ quella dei nostri tifosi reali, i tifosi re-a-li che pagano il biglietto, e che lavorano, che stanno in ufficio, che stanno in fabbrica, che fanno la mamma e il papà. Anche a ferragosto. E i tifosi sono con me. 60mia tifosi sono con me. Lo stadio re-a-le è con me. Non lo senti come esulta? Non lo senti come vuole la nostra vittoria?”

“Veramente solo la tua curva è con te (grazie al cazzo), e non mi pare che la tua curva rappresenti tutto lo stadio”.

“Non è solo la mia curva”.

“Certo, anche parte della tribuna ha iniziato a fare il tifo per te, non lo nego, perché pensa che la tua squadra in questi 15 minuti abbia giocato bene. Ma se il tuo gioco fosse stato tutto un bluff? Se tu in realtà non avessi nelle gambe i 90 minuti? Se tu avessi deciso di dare tutto nei primi 15 minuti, andare in vantaggio, e poi fermare la partita proprio perché sai che se la partita fosse durata più di 15 minuti sarebbe venuta fuori tutta la tua reale impreparazione? Tutto il tuo bluff? E’ per questo che le partite durano 90 minuti. Sempre. E per tutti”.

“Bibbiano”.

“Eh?”.

“Bibbiano, Renzi, Boschi, sono un uomo libero, io non mollo, troppi stranieri nel nostro campionato. Il cuore immacolato di Maria. Stadio. tifosi. I miei figli. Nonni. Nutella”.

“Eh? Ma che ca…. ma stai bene? Stai dicendo cose a caso. Sembri impazzito”.

“Ah sono impazzito? Sol perché amo la Nutella sono impazzito? Sol perché affido i miei tifosi al Cuore Immacolato di Maria sono impazzito? Non posso credere al cuore Immacolato di Maria? A Gesù? A San Giovanni Paolo? A Padre Pio?”.

“Ma che…”

“La verità è che voi avete paura della prossima partita. Avete paura dei tifosi. Io non ho paura dei tifosi. Io non ho nessuna paura a interrompere questa partita ora che mi conviene perché sto vincendo mio caro. Io non ho paura. Io non mollo. Se i tifosi ci sono io ci sono”.

“Ma cos… Senti. Noi la partita la continuiamo. Se vuoi uscire dal campo fallo pure ma noi la partita la continuiamo”.

“………. come la continuate?”.

“Sì”.

“Ma… ma… Ah ma io vi ho capito. Voi vi eravate già messi d’accordo prima per giocare senza di me”.

“Eh?”.

“E’ chiaro. E’ tutto un inciucio che avete fatto con gli avversari. Mi avete costretto a uscire dal campo per poi continuare a giocare da soli contro la volontà dei tifosi”.

“Veramente i tifosi hanno pagato il biglietto per vedere una partita di 90 minuti e non una partita a chi segna vince. E poi che cazzo stai dicendo? Inciucio? Hai fatto tutto da solo. Te ne stai andando tu. Che c’entriamo noi?”

“Ah è così? La verità è che voi siete attaccati al campo da gioco”.

“Sì vabbé ciao”.

“Io non mollo”.

“Sì sì, buona panchina”.

“Il mio telefono è sempre acceso. Non serbo rancore”.

“Dai ragazzi riprendiamo”.

“Posso rientrare?”

“Fottiti”.

“Metto la maglia del governo giallo rosso anch’io”.

“Muori”.

“Bibbiano….. Il cuore… immacolato… la mamma e il papà. Arbitro!!! Arbitro Mattarella!”.

Arbitro Mattarella: “Le partite durano 90 minuti. E’ la regola”.

“Ma…”

“90 minuti”.

“Il cuore… bibbia… non mol…”.



 
 

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Morti di serie A e di serie B

Vi ricordate di Vincenzo Carlo Di Gennaro? Oppure di Emanuele Anzini? Molto probabilmente no. Sono due carabinieri, anch’essi morti in servizio nel 2019 come il povero Mario Cerciello Rega. Purtroppo per loro la loro storia non ha “goduto” della  stessa copertura mediatica che ha avuto la morte del vice-brigadiere a Roma. Tranquilli però, ancora qualche giorno e il vice brigadiere sarà pianto solo dalla moglie, dalla famiglia e dagli ultimi della stazione Termini, quelli che lui il martedì sera, volontariamente, andava ad aiutare. Diventerà anche lui, come gli altri due, un morto di serie B. E si, non so se ve ne siete accorti, ma in Italia ormai ci sono morti di serie A e morti di serie B. Il vice brigadiere Cerciello Rega è stato per meno di 24 ore un morto di serie A, quando sembrava fosse stato ucciso da extracomunitari. Quale migliore occasione per nascondere le notizie circa le indagini della Magistratura a proposito degli intrighi russi? Forza, parte la grancassa dei social, e chi più ne ha più ne metta. Basta poco comunque. La Bestia, mai nome fu più appropriato di quello scelto per definire la macchina di propaganda social del ministro dell’interno, ha già ampiamente intossicato gli animi del gregge di pecore che segue il cosiddetto capitano e da una scintilla si propaga un incendio di dimensioni cosmiche. Dagli all’extracomunitario, dagli al negro! Nella trama perfetta però si inserisce un imprevisto: gli assassini non sono negri, non sono “bestie schifose” (Meloni dixit), ma sono bianchi, per giunta americani. Che importa? La valanga di merda è partita e tutto travolge e solo qualcuno ha il coraggio morale, l’etica di chiedere scusa dell’errore fatto. Fra questi, neanche a dirlo, nessun politico. Nel mio piccolo ho provato a far notare a qualcuno la contraddizione, anzi la vera e propria menzogna alla luce dei fatti, tra lo scritto e quanto invece emerso dalle indagini. La risposta? La ricopio virgolettata, perchè è indicativa: “io non ritratto MAI quello che scrivo!! … Che in questo caso, sia colpa di due americani drogati, è una cosa fuori dal comune, ma torno a ripetere che non ho nulla di cui vergognarmi, avendo la coscienza cristallina!!” Il post di cui avevo consigliato la rettifica riportava, testualmente: “le merde pidiote hanno un altro morto sulla coscienza! questo fanno le schifose RISORSE che voi bimbiminkia amate!! VERGOGNATEVI” Questo è il letame in cui si naviga sul Web, letame in cui sguazza l’insegnante di Novara, che, a proposito della morte del Carabiniere scrive “uno di meno e chiaramente con uno sguardo poco intelligente”. Ed è la fogna dove sguazzano le mamme che, tenendo in braccio il loro bambino, a proposito dei 150 annegati qualche giorno fa al largo della Libia, fra cui molti bambini, scrivono “cibo per pesci”. Non so nemmeno come definirle, perchè se le chiamo BESTIE ho paura che si possano offendere gli animali. Ma anche qui, bambini di serie A, funzionali a seminare odio sui social per qualche voto in più, i bambini di Bibbiano, e bambini di serie B, anzi di nessuna serie, degradati a “cibo per pesci”. E’ proprio per questo che il vice-brigadiere MARIO CERCIELLO REGA, che nel linguaggio dei social sarebbe stato etichettato come “buonista”, entro qualche giorno sarà poco visibile sui radar, perchè diventato morto di serie B, non più utile e funzionale alla propaganda

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Una luce nel buio

Le parole del Santo Padre, successore di Pietro, sono una luce nel buio di questi giorni. Speriamo che questa luce si diffonda e contribuisca ad aprire gli occhi di chi pensa che aiutare il prossimo si possa fare per gradi (“prima gli … “), in spazi ristretti (nessuno venga da noi), sulla base del colore della pelle. Le parole di Gesù nel Vangelo sono nette: “Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna» (Matteo 25, 36-46). 
Francesco, nella sua omelia di oggi, non fa altro che attualizzare il Vangelo, cancellando gli alibi che ciascuno di noi può crearsi: da che parte stiamo, alla destra o alla sinistra di Dio? Saremo chiamati vicino a Lui o definitivamente allontanati?

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