Dati dell’ISS su contagi, ricoveri, decessi

Mentre i no-vax vanno in piazza dietro i neofascisti di Casa Pound o di Forza Nuova, invocando una libertà non si sa da cosa (c’è talmente poca libertà che hanno avuto la possibilità di scendere in piazza, urlare i loro slogan, fare cortei non autorizzati, pensate un po’ che dittatura ci possa essere), l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) rende pubblici i dati su contagi, ospedalizzazioni e morti nell’ultimo mese
Mi permetto di condividerli, tanto per chiarire ulteriormente l’importanza del vaccino, nella speranza che almeno un indeciso possa “decidersi” o che un no-vax rinsavisca. Purtroppo già so che sarà un esercizio inutile
Avviso ai naviganti: non risponderò a nessun commento che dovesse pervenire, anzi, non escludo di agire con le forbici e fare tagli drastici. Chiunque volesse conoscere i motivi di questa decisione, rilegga il post di qualche giorno fa circa l’opportunità di discutere con Burros
Riepilogo semplice dei dati (chi volesse i grafici e spiegazioni per esteso si sforzasse di andare sul sito ufficiale dell’ISS)
1° dato incontrovertibile: nessuna persona sotto i 60 anni che abbia effettuato almeno una dose di vaccino contro il Covid è stata ricoverata in terapia intensiva in Italia nei 30 giorni che vanno dall’11 giugno all’11 luglio.
2° dato che dovrebbe far riflettere chi ancora fosse dotato di materia grigia e non si fosse trasformato in topolino dietro il pifferaio magico di turno: nello stesso intervallo di tempo (11 giugno – 11 luglio), tra gli ultraottantenni, il 33% delle diagnosi, il 46% delle ospedalizzazioni, il 71% dei ricoveri in terapia intensiva e il 69% dei decessi (sette su dieci) sono avvenuti tra coloro che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino. Sempre rimanendo nella stessa fascia d’età, il tasso di ospedalizzazione negli ultimi 30 giorni negli over 80 non vaccinati è circa dieci volte più alto rispetto a quello degli ultraottantenni vaccinati con ciclo completo (28 vs 3 per 100mila abitanti).
Guardando alla fascia tra i 60 e i 79 anni, i numeri sono altrettanto netti: i vaccinati anche con richiamo finiti in rianimazione sono solo 4, mentre sono 42 (il 71%) tra i non immunizzati. L’analisi dei numeri ci dice con estrema chiarezza che i 60enni e 70enni protetti dal vaccino si contagiano di meno (sono il 24,7% del totale) e finiscono raramente in ospedale (13%).
Nella fascia tra i 40 e i 59 anni il 60% dei casi positivi è tra persone non vaccinate. Solo il 13,8% degli immunizzati si contagia e in un mese appena 22 sono stati ricoverati in ospedale; comunque nessuno di loro ha avuto bisogno della terapia intensiva.
Scendendo ancora nelle fasce d’età, tra i 12 e i 39 anni, sempre secondo i dati dell’ISS in riferimento al periodo che va dall’11 giugno all’11 luglio, l’81% dei casi positivi è tra persone non vaccinate. Solo il 5% dei contagi avviene tra persone che hanno ricevuto anche il richiamo. Inoltre, tra gli under 40 vaccinati, appena l’1,8% finisce in ospedale e nessuno in terapia intensiva. Sono zero anche i decessi, mentre 3 persone non vaccinate sono morte per il Covid nonostante la giovane età.
Il report elabora anche le stime di efficacia vaccinale nel periodo che va dal 4 aprile (approssimativamente la data in cui la vaccinazione è stata estesa alla popolazione generale) al 18 luglio 2021 per fascia di età. L’efficacia complessiva della vaccinazione, aggiustata per età, è superiore al 70% nel prevenire l’infezione in vaccinati con una dose e superiore all’88% per i vaccinati con ciclo completo. L’efficacia nel prevenire l’ospedalizzazione sale all’81% con una dose e al 95% con ciclo completo. L’efficacia nel prevenire i ricoveri in terapia intensiva è pari all’89% con ciclo incompleto e al 97% con ciclo completo. Infine, l’efficacia nel prevenire il decesso è pari all’80% con una dose e al 96% con ciclo completo.
La diminuzione dell’età media dei casi di Covid, considerando la priorità data alle fasce d’età più avanzata, è un altro effetto della campagna vaccinale. L’età media dei casi al primo ricovero nell’ultima settimana è risultata essere di 48 anni. Analogamente risulta essere più bassa l’età media dei ricoverati in terapia intensiva (59 anni) e dei deceduti (78 anni).
Detto questo, che i “no-vax”, i “no-mask”, i “no-facessero loro” continuino pure a manifestare e ad ammalarsi.
Personalmente, spero che il green-pass diventi sempre più necessario, ad esempio per l’utilizzo dei mezzi pubblici o per treni e aerei; mi auguro anche che, prendendo spunto da quanto Macron ha fatto in Francia, i tamponi per i non vaccinati siano a pagamento: lo Stato garantisce tutte le cure necessarie gratuitamente; se tu, PER LIBERA SCELTA, le rifiuti ti assumi, altrettanto liberamente la responsabilità delle conseguenze derivate dalle tue scelte
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