Alcune rapide riflessioni sull'”affaire decadenza” di Berlusconi. Chi mi conosce sa bene che è ben lontano da me il pensiero berlusconiano, cui sono stato (da sempre) e sono tuttora contrario.
Un primo pensiero è banale e scontato, se vogliamo. C’è una gran confusione ed una battaglia politica senza esclusione di colpi sulla retroattività della legge Severino. Cioè, non si discute il principio che un condannato non deve sedere in Parlamento, si discute sulla datazione del reato. Ci sono i pregiudicati di serie A, quelli che hanno commesso un delitto prima dell’approvazione della legge Severino che possono continuare tranquillamente a fare politica. Ci sono invece i pregiudicati di serie B, quelli che hanno commesso oggi un qualsivoglia reato, che possono essere dichiarati decaduti. Ma chi, come me, non è un fine giurista non riesce a capire il significato recondito di questa disparità: non è sempre un delinquente, anche se “più datato”?. Una parte della mia attività lavorativa si svolge nel pubblico; se io dovessi essere condannato in via definitiva, il mio datore di lavoro, lo Stato, correttamente mi licenzierebbe. Il politico no, dipende da quando ha commesso il reato ….senza parole
Seconda riflessione: ma possibile che ci sia bisogno di una legge per stabilire che un condannato in via definitiva debba essere espulso dal Parlamento? A me sembra che ci sia bisogno solo del buon senso e di un pizzico di morale, basta solo un pizzico; ma io non faccio il politico ….
Nota dolente della giornata e metaforica tirata d’orecchie al PD. Da quel che ricordo votazioni di questo tipo sono state sempre a voto segreto, anche se, ovviamente, non si trattava della legge Severino. Perchè il si al voto palese? C’era proprio bisogno di dare al sig. Berlusconi un’altra chance per atteggiarsi a martire e a perseguitato? Bisognava avere il coraggio di andare alla conta con il voto segreto. Tanto, come successo altre volte, ad esempio l’autorizzazione all’arresto per Alfonso Papa, si può aggirare la norma e dimostrare che non ci sono franchi tiratori nelle fila del PD: in base alla disposizione dei pulsanti, entrando con l’indice della mano sinistra si può votare solo “si”. Al limite si fotografa la votazione con i telefonini ed il gioco è fatto. E questo certamente metterebbe in difficoltà anche possibili “acquisti” che potrebbero nascondersi dietro presunte divisioni dei democratici. Eventuali zattere di salvataggio avranno altre bandiere e non quella del PD. Oppure c’è la paura di non controllare il gruppo dei senatori, come successo con le votazioni per il Presidente della Repubblica? E’ la sindrome dei 101?
A margine vorrei far notare la complessità delle procedure italiane. Berlusconi è stato rinviato a giudizio nel 2005. Il processo di 1° grado si è concluso nell’ottobre 2012, la sentenza d’appello è stata emessa a maggio 2013 ed infine il 1° agosto, ai limiti della scadenza dei tempi di prescrizione, si è espressa la Cassazione confermando la condanna, questa volta in via definitiva, a 4 anni. Oggi è il 30 ottobre, cioè sono passati quasi 3 mesi. Da allora la giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari ha discusso per 2 mesi prima di esprimere parere favorevole alla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore in base alla legge Severino che prevede l’incandidabilità per persone condannate a pene superiori a due anni. E’ passato quasi un mese ed oggi si sono decise le modalità di voto, palese e non segreto. Ma se 20 senatori eccepiscono e chiedono il voto segreto si ricomincia la giostra e bisognerà decidere come votare. In ogni caso, se va bene, si voterà dopo metà novembre. Altro che bizantinismi!!. Noi i Bizantini li battiamo per manifesta inferiorità. Come possiamo pensare, in un mondo che tende a diventare sempre più veloce, di competere con le altre nazioni? Qualcuno immagina un procedimento del genere negli Stati Uniti, in Germania, in Francia o in Inghilterra? O questo è il modo di attirare gli investimenti stranieri?
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