Elezioni comunali Reggio Calabria 2

Giuseppe Falcomatà rieletto sindaco di Reggio Calabria, dopo il ballottaggio contro Antonino Minicuci, candidato della destra, scelto personalmente da Matteo Salvini
Premessa necessaria: pur essendo di sinistra, fossi stato a Reggio al primo turno non avrei votato Falcomatà. Pur con tutte le difficoltà di bilancio (tanti reggini sembrano aver dimenticato la voragine nei conti del Comune lasciati dopo gli anni di governo del centro-destra), pur considerando l’inesperienza ci si aspettava di più, a cominciare da una migliore scelta dei collaboratori.
Ma, una volta arrivati al ballottaggio, non avrei avuto dubbi. Reggio non poteva diventare la bandierina della Lega al Sud. Ma soprattutto Reggio non poteva essere messa nelle mani di Minicuci. Non lo conoscevo ma è bastato seguire il confronto pre-elettorale per comprenderne lo spessore e le qualità. E’ riuscito nell’impresa ardua di far apparire Falcomatà un gigante della politica, quasi uno statista, il che è quanto dire
Mi auguro che le parole che il Sindaco oggi ha pronunciato di fronte ai suoi sostenitori siano seguite da atti concreti, ad iniziare dalla scelta degli assessori. Sarebbe bello se fossero espressione della società civile e non dei partiti. Non trascuri, signor Sindaco, che le liste civiche indipendenti hanno raccolto oltre il 10% dei voti. E non sto considerando la lista della Marcianò, che ha preso il 13%, e che ha raccolto comunque il dissenso di altri scontenti
Un’ultima considerazione, giusto per tenere i piedi ben saldi a terra e non intonare inni trionfalistici. Non ha vinto Falcomatà, ha perso la destra reggina, incapace di proporre un suo candidato, spaccata in lotte intestine fra malati di protagonismo, arrivata al punto di farsi imporre da Salvini un candidato che con Reggio c’entra come il parmigiano su una frittura di pesce
 
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