I miei simboli di Parigi

E’ passata quasi una settimana dall’inizio dei 3 giorni che hanno sconvolto Parigi e la Francia tutta, e che stanno preoccupando tutto l’Occidente. Non starò qui a fare un’analisi politica sul findamentalismo islamico, sugli errori commessi dai Paesi occidentali nel finanziare le rivolte contro i vari dittatori del Nord Africa o, peggio, nell’intervenire direttamente per rovesciare i vari Saddam, Gheddafi e compagnia cantante senza avere alcuna prospettiva certa di futuro.
Al di là della assoluta impreparazione emersa nella Polizia francese, così come nell’Intelligence, e al di là della ferocia belluina dei terroristi (per costoro la vita umana vale meno di zero), le mie immagini simbolo sono: l’omicidio del poliziotto musulmano, il commesso che salva gli ebrei nel supermercato, l’assenza degli Stati Uniti alla manifestazione di oggi
L’omicidio a sangue freddo del poliziotto rappresenta, secondo me, la lotta fra le due anime dell’Islam, la parte che vuol vivere in pace, nel rispetto delle regole del Paese ospitante, anzi, addirittura impegnandosi in prima persona per farle rispettare, il poliziotto, contrapposto alla parte più ottusa, integralista, assolutamente fuori dal tempo, che pensa di vivere nel Medioevo e pensa di combattere una guerra di religione che nella realtà non esiste, uccidendo a caso e senza alcuna logica
Gli ebrei salvati dal commesso musulmano nel supermercato rappresentano forse l’immagine che suscita maggiori speranze: ebrei e musulmani che vivono insieme, collaborano insieme, si aiutano reciprocamente. Nel mio immaginario ideale, certamente molto retorico, mi piace pensare che questo ragazzo del Mali sia onorato in Israele e ricordato fra i Giusti, cioè coloro che hanno salvato almeno un ebreo. Potrebbe certamente essere una spinta formidabile verso una diversa visione di convivenza, ma temo che rimarrà un sogno utopico
Bella l’immagine dei leader del mondo libero che sfilano fianco a fianco. Qualcuno mi spieghi cosa ci faceva il ministro degli Esteri russo, ad esempio, ma tant’è. Mi sembrava l’immagine del Quarto Stato. Pensavo che il concetto moderno di democrazia partecipativa è nato in Francia con la Rivoluzione del 1789 (libertè, egalitè, fraternitè). Magari domenica a Parigi è nata una nuova concezione dell’Europa Unita, non più accozzaglia di banchieri e burocrati, ma finalmente un’Europa Politica, che cammina da sola, senza l’ala protettiva degli USA, oggi assenti. Tra parentesi gaffe assolutamente imperdonabile. Ma da Obama ormai ci si aspetta di tutto: meraviglioso oratore, capace di suscitare enormi emozioni, trascinante, ma, all’atto pratico, una mezza tragedia (non so perchè ma mi ricorda qualcuno molto in auge in Italia in questo momento)

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