I nullafacenti della P.A.

Grandi titoli sui giornali per l’annuncio del Presidente del Consiglio Matteo Renzi circa il decreto che il Governo si appresta a varare per consentire il licenziamento entro 48 ore dei pubblici dipendenti che timbrano la presenza al lavoro e poi vanno a fare altro: la spesa, canottaggio, a vendere i fiori con la moglie, a dare una mano al bar, semplicemente a spasso, la lista degli esempi di questi ultimi anni è lunga.
Immancabilmente il sindacato ha fatto sentire la sua voce. Magari un ingenuo come me avrebbe ritenuto normale pensare che il sindacato si sarebbe scagliato contro i “furbetti del tesserino”, che gettano discredito su tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione. E invece, ancora una volta, ecco i sindacalisti pronti a schierarsi in favore di chi truffa. Ho letto frasi del tipo “in 48 ore è impossibile difendersi”. E’ una affermazione che offende chi lavora onestamente e getta una luce sinistra sul Q.I. di chi l’ha pronunciata. Come può pensare di difendersi un dipendente che timbra e in realtà passa il suo tempo pagaiando una canoa? E quel vigile che ha timbrato in mutande era pronto per andare al lavoro? E potrei continuare con altri esempi.
Magari adesso arriverà qualcuno che mi accuserà di essere diventato renziano o di essere diventato di destra (chissà se c’è differenza …).
No, né l’uno né l’altro. Chi ruba lo stipendio va licenziato, senza se e senza ma. Punto.
E l’anormalità non è il licenziamento in tronco, ma che si sia bisogno di una legge per farlo

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