Il giardino di Ninfa

Il Giardino di Ninfa custodisce le rovine di una città medievale, incendiata e saccheggiata più volte e poi abbandonata dai suoi abitanti. Oggi, intorno alle rive di un laghetto, sono rimasti i ruderi di un borgo fantasma, con le sue mura, le torri, le chiese e le abitazioni. Nel 1920 il principe Gelasio Caetani decise di bonificare questa proprietà, con l’intento di realizzare lo splendido giardino che ancora oggi si ammira. Il principe iniziò la bonifica della zona e il restauro dei ruderi (e in particolare della torre del Municipio), avviando inoltre un recupero botanico attraverso la piantumazione di specie diverse sotto la guida della madre Aba Wilbraham Caetani. L’opera fu poi continuata dal fratello Roffredo, dalla moglie di quest’ultimo, Marguerite Chapin Caetani e dalla figlia Lelia Caetani Howard. Il giardino è quindi il risultato di amorose cure e geniali interventi botanici indubbiamente favoriti da una microclima: il sito di Ninfa è infatti protetto a Nord dalla sovrastante rupe di Norma, mentre il fiume che ha qui la sua origine funge da regolatore termico.  Sono infatti migliaia di piante che ormai hanno attecchito e seguono un tranquillo ciclo vitale, sotto la guida di esperti tecnici e botanici. Insieme ai nostri ontani, salici, pioppi, olivi, querce, aranci, limoni, melograni, crescono l’azzurro “ceanothus” californiano, i grandi aceri nipponici, le betulle boreali, l’albero dei tulipani, l’acero dello zucchero, magnifici bambù, la splendida Gunnera manicata, i ciliegi cinesi, la calla etiopica. Profumatissime sono le aree coltivate con rose, garofani, papaveri, tulipani, peonie, begonie, lillà, lavanda, salvia e rosmarino. Per farla breve un meraviglioso caleidoscopio di colori e di profumi. Vale decisamente la pena andare a vederlo 

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