Io Pierluigi

Ciao a tutti. Mi chiamo Pierluigi e sono segretario del maggior partito italiano, il PD. Ci sono state da poco le elezioni e, secondo quel che dicevano i sondaggi, avrei dovuto vincerle in carrozza. Invece adesso mi ritrovo nella situazione paradossale di aver vinto ma di essere lo sconfitto per eccellenza. Non ho la maggioranza al Senato e sono costretto a trovare un accordo con un altro partito. Nella mia testa, anche in base agli ipotetici dati pre-elettorali, l’accordo sarebbe stato con i centristi di Monti: un ex comunista a Palazzo Chigi, alleato con un uomo delle banche per tranquillizzare i mercati. Certo, con il senno del poi, devo riconoscere di aver sbagliato totalmente la campagna elettorale: ho dato la sensazione che questa futura alleanza sarebbe stata la naturale continuazione del governo precedente. E questo ha comportato due grossi problemi. Il primo problema: si è percepito che il nuovo governo avrebbe proseguito la politica di rigore nell’assoluto rispetto dei conti pubblici, senza pensare alla macelleria sociale che c’è stata nell’ultimo anno. Il secondo, forse più grave, è stato che la gente ha identificato il governo Monti, appoggiato da PD, PdL e centristi, come il governo Monti-Bersani, come se Berlusconi e company fossero all’oppposizione e non avessero votato tutti i provvedimenti, in primo luogo l’IMU, che addirittura era stata concepita da Tremonti. Il secondo errore è legato al mio carattere. Io non sono capace di urlare, ma, in questa campagna elettorale, avrei dovuto farlo. Le mie proposte non sono state ascoltate, al punto che in tanti, ancora oggi, mi chiedono cosa io voglia fare. Certo, sarebbe stato facile cavalcare l’onda di antipolitica, anzi l’onda anticasta, urlando come fa Grillo. Io non l’ho urlato, l’ho fatto: andate a contare quanti giovani abbiamo portato in Parlamento, quanta gente nuova. Ma pochi l’hanno capito. Mi ritrovo nella situazione paradossale di essere additato come il responsabile dei guasti del Paese, come se avessi governato io in tutti questi anni. Eppure sono sempre stato in minoranza e i provvedimenti che avrei voluto fossero approvati, anticorruzione, falso in bilancio, conflitto di interessi, sono stati bloccati o annacquati per l’opposizione di Berlusconi. E ne rispondo io!!
Adesso, a rigor di logica, dovrei essere incaricato di formare il nuovo governo, ma Grillo dice che non mi da la fiducia. Il mio amico Giorgio, il Presidente della Repubblica, mi suggerisce un altro atto di responsabilita’ e spinge verso un esecutivo tecnico, che abbia l’appoggio di PD e PdL. Gia’ sono stato fregato una volta. Quando Berlusconi si e’ dimesso, dovevamo andare subito al voto, appena approvato il decreto “salvaItalia”. Il Cavaliere sarebbe arrivato a stento al 15%, Grillo non avrebbe avuto questo successo ed io avrei raccolto il frutto di 3 anni di opposizione. Adesso non posso firmare la condanna a morte del PD: se andiamo al governo con Berlusconi siamo finiti, i tanti che ci hanno votato ci manderebbero al diavolo e Grillo avrebbe la maggioranza assoluta. Invece io voglio rischiare fino in fondo. Voglio dimostrare che la moralita’, il cambiamento, la buona politica non sono una esclusiva del M5S. Saro’ io a presentare i progetti di legge e vediamo se avranno veramente voglia di cambiare o i loro sono soltanto strilli demagogici da campagna elettorale. Se dovessero defilarsi si va a votare di nuovo, e voglio vederli di nuovo in piazza a urlare contro la “casta”. Con quale faccia lo faranno quando si sono rifiutati di appoggiare chi voleva mettere in pratica buona parte delle loro proposte?
Se dovesse accadere, e temo che cosi’ sara’, avremo una ulteriore conferma che in questo nostro disgraziato Paese la serieta’ e’ destinata ad essere sconfitta.

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