La galassia della bufala sui social network (da L’Espresso)

Una galassia di odio, bufale e contro informazione. Per raccontarti quello che gli altri non dicono, per scoprire la verità e “renderti libero”.

Chiunque abbia un account su Twitter o Facebook è sommerso di slogan, insulti, veleni contro migranti, la casta, i politici e la somma di ogni male, l’Europa.
La presunzione dei siti che spacciano questi articoli è quella di “raccontare la verità”, anche se poi molto spesso dimenticano di dire la verità su loro stessi, nascondendo responsabili e gestori. Basta però qualche ricerca per scoprire che fanno capo ad attivisti di Forza Nuova, Lega Nord e Movimento Cinque Stelle. E sono un buon modo per fare soldi con il cosiddetto “clickbait”, tecnica con cui si attira un lettore con titoli sensazionalisti e spesso truffaldini.

Alla base di questo giro ci sono notizie spesso false o manipolate: dai cani mangiati dai profughi alle feste del Natale abolite per compiacere i musulmani o alle improbabili auto delle polizia guidate dai Rom. E’ in questo modo che i social network diventano, loro malgrado, benzina del motore dell’odio e delle campagne di delegittimazione.

E nel momento in cui l’utente recepisce alcune informazioni, comincia a ripeterle e a diffonderle a sua volta, alimentando una valanga di stupidaggini difficile da arrestare.

Ecco alcuni esempi di notizie create ad arte, dove la linea di confine tra la libertà di espressione e la violenza verbale si perde in un mare di commenti e condivisioni.

SESSO CON I GUERRIGLIERI

La notizia-bufala è dello scorso gennaio: «Greta e Vanessa ai pm di Roma: sesso con i guerriglieri, ma non siamo state violentate».

L’informazione, palesemente falsa, è stata ritwittata anche da Maurizio Gasparri e ripresa dal quotidiano Il Giornale. Nonostante sia stata poi prontamente smascherata da alcuni siti anti-bufale, ha fatto comunque il giro del web.

Gasparri, sbugiardato, ha minacciato di querelare il sito PioveGovernoLadro per aver diffuso la notizia, anche se a un’indagine più accurata si è scoperto che il falso scoop era da attribuirsi al sito CatenaUmana. L’ex ministro delle Comunicazioni ha fatto quindi quello che ogni giorno fanno in tanti: condividere notizie sui loro profili senza verificarne la fonte.

CANI MANGIATI DAI PROFUGHI
L’elenco delle bufale si allunga giorno dopo giorno: si va dai profughi che a Catania mangiano i cani (inventata da ArticoloTre), ai Rom, che di solito sono ricchissimi ma prendono soldi dai politici. Per un certo periodo è circolato anche un video in cui uno di loro guidava un’auto della polizia a Roma. La questura romana ha subito smentito spiegando che quell’auto non era delle forze dell’ordine, ma di una produzione cinematografica che la stava utilizzando per un film. Infatti era senza targa.

Impossibile non citare le notizie allarmistiche come quelle che riguardano l’Islam, che sotto Natale si infittiscono: immancabile quella delle scuole che vietano festeggiamenti per rispetto ai bambini islamici e che in realtà chiedono di fare il più ecumenico albero di Natale invece del Presepe.

IL BUSINESS
Negli ultimi anni i siti di “informazione libera” sono spuntati a frotte sul web e tutti promettono di “aprire gli occhi agli italiani” e dire loro “cose che nessuno ti dirà”, come recita il sottotitolo dell’account Facebook di NoCensura. Dietro si cela un affare non da poco, grazie al fatto che Google paga una cifra per ogni click dei siti che si affidano al motore di ricerca per la raccolta pubblicitaria.

FASCISTI 2.0
Nonostante molti di loro si definiscano apartitici, i contenuti di questi siti hanno spesso un preciso indirizzo politico. Un esempio è il già citato PioveGovernoLadro che dice di essere una “Rassegna stampa indipendente” in cui si parla di crimini commessi da stranieri o di presunti privilegi elargiti agli immigrati, si attacca la casta dei politici, citandone i faraonici stipendi, i privilegi, in contrasto con le condanne e i processi.

Graziano Stacchio, il benzinaio veneto che ha sparato a un rapinatore , è uno degli idoli di questo circolo, che però ha nella politica italiana il suo focus. Non mancano mai gli attacchi a Laura Boldrini per i favori ai migranti, a Nichi Vendola per le dichiarazioni sulla famiglia e naturalmente a Matteo Renzi per tutto il resto. Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Benito Mussolini, nel gioco delle notizie non verificate, non entrano quasi mai.

Fortuna? Non proprio, visto che il gestore della pagina una certa predilezione per il Duce sembrerebbe averla, dal momento che si tratta di Alessandro Gennari, candidato con Forza Nuova Udine.

CRISTIANI, GRILLINI E LEGHISTI

Non è un caso isolato quello di Gennari. Spesso si scopre infatti che dietro alle pagine di informazione indipendente c’è qualcuno che ha fatto politica attiva.

Uno è Armando Manocchia, dominus di ImolaOggi, altro sito in prima linea contro emigrazione ed Europa con una particolare attenzione alla cultura islamica. Manocchia è stato candidato con la formazione ultracattolica “Io amo l’italia – Magdi Cristiano Allam” e vanta anche il titolo di capogruppo della Lega Nord nel comune bolognese di Borgo Tossignano.

All’appello dei siti di controinformazione non potevano mancare i grillini con la Casaleggio associati, proprietaria del dominio TzeTze, ben integrato con le altre pagine del giro 5 Stelle tra cui LaCosa e LaFucina.

Se Casaleggio e associati grazie a questo metodo si è trasformata in un impero, non mancano gli emuli. È il caso del parmense Vincenzo Todaro, l’inventore della notizia sulle due cooperanti rapite in Siria. Ex imprenditore edile di Parma (la sua azienda è stata travolta dalla crisi), ha creato un sito in cui proponeva una catena umana intorno al Parlamento.

Todaro ha pensato bene di mettere a frutto il suo sito trasformando il tutto in un lavoro che, a suo dire, consiste nel «denunciare le malefatte dei politici».

Infine ci sono quelli più raffinati, i cui proprietari riescono a nascondersi dietro a server esteri, e a società fantasma. I nomi qui sono quasi un annuncio: da NoCensura all”inequivocabile TuttiICriminiDegliImmigrati.com. Per capire chi c’è dietro, se ci si sente diffamati, ci vuole un mandato del giudice, che spesso però si incaglia contro una rogatoria internazionale.

Aggiornamento del 7 aprile 2015, ore 14,01: In una precedente versione di questo articolo si faceva riferimento tra le società “coperte” a LoSai. Lo abbiamo rimosso a seguito della precisazione del diretto interessato nei commenti all’artcolo. Ci scusiamo per l’imprecisione con l’interessato e con i lettori.

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