Forse ho letto troppi libri di Tom Clancy, ma in questi giorni si stanno verificando sulla scena europea vari eventi, apparentemente slegati fra di loro, ma che mi son divertito a collegare come le tessere di un ipotetico e fantasioso puzzle
1) Tsipras vince le elezioni in Grecia, con una campagna elettorale sostanzialmente contro l’austerità e i sacrifici imposti dalla troika (UE, BCE, FMI) per sostenere economicamente la Grecia stessa
2) i separatisti filorussi in Ucraina, dietro i quali sappiamo tutti che c’è la lunga mano di Putin, improvvisamente intensificano le attività belliche ed i colloqui di pace saltano
3) L’Unione Europea minaccia ulteriori sanzioni contro la Russia
4) la Grecia ricorda all’Unione Europea che, per approvare nuove sanzioni, è necessaria l’unanimità di tutte le nazioni e la Grecia non darà il suo assenso
5) Putin si dice pronto ad aiutare anche economicamente il nuovo Governo greco fin da subito, prestando i soldi necessari a pagare la rata del prestito elargito dalla troika, in scadenza a fine febbraio, soldi che la Grecia non possiede. Senza aiuti il rimborso salterebbe e la Grecia sarebbe costretta a dichiarare fallimento
6) E’ implicito che l’aiuto di Putin non sarebbe disinteressato. La Russia acquisirebbe un devoto alleato nel centro del Mediterraneo, un vero e proprio cuneo a spaccare territorialmente la Nato separando la Turchia dal resto dell’Europa mediterranea
7) E’ altrettanto implicito che gli Stati Uniti non potrebbero tollerare una situazione del genere e il Presidente Obama si scaglia contro le misure economiche che strangolano i paesi più in difficoltà (“Basta spremere Paesi in crisi economica”)
Se tutto questo fosse collegato, quanto potrebbe reggere l’ostinazione tedesca a far muro contro le richieste di Syriza, che tra parentesi sono le richieste di gran parte dei Paesi in difficoltà? Più ci penso più mi sembra che tutti questi elementi siano ampiamente collegati e conseguenziali l’uno all’altro