Ricordando Nazareth

Dal Vangelo di oggi: l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
Mi è venuta voglia di condividere alcune delle foto scattate nel 2017 proprio a Nazareth. E’ stato il primo impatto con la Terra Santa e la prima delle grandi emozioni provate nel ricalcare le tappe della vita di Gesù.

La Basilica dell’Annunciazione sorge sul luogo in cui, secondo la tradizione cristiana, l’’Arcangelo Gabriele annunciò a Maria la prossima nascita di Gesù.

E’ costruita sui resti di precedenti costruzioni, una chiesa bizantina ed una crociata, edificate avendo al centro dell’attenzione la grotta dell’Annunciazione, tradizionalmente identificata con la casa di Maria.

La facciata della Basilica, in blocchi di pietra bianchi, è suddivisa poi da strisce orizzontali in pietra rosa sulle quali sono scolpite motivi con fiori, uccelli, il mare, il fuoco e le stelle.

 
Sulla sesta e sulla terza fascia sono rispettivamente scolpite, in lingua latina, le parole dell’Angelus: Angelus Domini nuntiavit Mariae (L’angelo del Signore portò l’annuncio a Maria) e Verbum caro factum est et habitavit in nobis (Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi,). Vi sono anche decorate alcune immagini in rilievo raffiguranti Maria e l’Angelo e i quattro evangelisti.
 
 
 
 
 

Dicevamo che la Basilica è edificata su quella che la tradizione ritiene essere stata la casa di Maria, testimoniata anche da un ritrovamento eccezionale, custodito nel Museo Francescano attiguo. Durante gli scavi precedenti la costruzione dell’attuale edificio di culto sono stati ritrovati molti graffiti e scritte sui blocchi di pietra, che confermano la venerazione, soprattutto mariana, dei fedeli e dei pellegrini per questo luogo. Essi sono databili tra il I e il II secolo e scritti in lingua greca e armena. Tra i vari graffiti ce n’è uno di grandissimo valore storico: si tratta dell’invocazione XE MAPIA, abbreviazione di Kaire Maria, che significa “rallegrati Maria”, la più antica attestazione epigrafica di culto mariano

Ai tempi di Gesù, era usanza costruire case lungo i pendii delle colline e scavare e sfruttare caverne e grotte, come parti di abitazioni o per impianti produttivi. È in una di queste realtà che avvenne l’Annunciazione. Si ritiene infatti che la casa avesse una parte scavata nella roccia (la grotta) e una parte in muratura. 

All’interno della grotta si trovano attualmente soltanto l’altare barocco della vecchia chiesa e il moderno tabernacolo.

 

 
La parte in muratura non è più presente a Nazareth e, secondo la tradizione, fu trasportata tra il 1291 e il 1294 a Loreto nelle Marche, dove è conservata all’interno della basilica della Santa Casa. E’ formata da tre pareti, prive di soffitto e fondamenta, realizzate interamente in mattoni di terracotta. Le pareti sono di fabbricazione tipica dell’edilizia antica nazarena, e le dimensioni dell’abitazione coincidono con quelle del “buco” rimasto dove prima si trovava. 
 
Non mi dilungo nella descrizione del resto della Basilica.
Mi soffermo infine solo sul porticato esterno nel quale trovano posto numerosi dipinti e mosaici della Madonna realizzati in paesi diversi: la Vergine di Guadalupe, la Madonna di Fatima, la Madonna di Cztestochowa. Fra tutte mi piace ricordare l’amata Madonna degli Scout 
E per caso ho conosciuto una dei Capi Scout che materialmente hanno portato il dipinto a Nazareth, ma questa è un’altra storia …
 
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