E così il buon Matteo ce l’ha fatta a diventare Presidente del Consiglio! Ho fatto passare qualche giorno per cercare di chiarirmi le idee, che però continuano e rimanere abbastanza confuse.
Facciamo intanto un po’ di conti e cerchiamo di capire i costi di questa operazione. Intanto guardo dentro casa mia. Il PD è spaccato, probabilmente come non mai nella sua breve storia. Basta ripensare al saluto fra Letta e Renzi ieri al passaggio di consegne: non si sono neanche scambiati uno sguardo! E Letta, se gli sarà possibile, non perderà occasione per, nella migliore delle ipotesi, quantomeno punzecchiare di fronte agli inevitabili ritardi che ci saranno nella ambiziosa tabella di marcia che Renzi vorrebbe imporre al suo governo. La sinistra di Civati pensa alla scissione; l’ala bersaniana e cuperliana al momento è schierata per il Segretario, ma solo per disciplina di Partito. Non credo che a Renzi verrà perdonato alcunchè, anche per l’aria da sapientino che lo circonda (sembra il Marchese del Grillo che dice: perchè io so’ io e voi nun siete un cazzo). Tra l’altro il PD ha cambiato tutti i suoi ministri per dare un segno di discontinuità verso il governo Letta, accusato di sostanziale immobilismo. Siccome gli unici ministri confermati sono quelli del NCD (Alfano & co), se ne deduce che loro fossero gli unici bravi e tutti gli altri le catene alle caviglie, compresi ovviamente i ministri PD.
Non entro nel merito, per carità di patria, sulla vicenda Gratteri e sul ruolo di Napolitano nel bloccarne la nomina a Ministro di Grazie e Giustizia. Qualunque siano state le motivazioni, si è persa una grossa occasione per dare un vero segno di cambiamento e aggiungo, da calabrese, dare una speranza a chi nella mia regione combatte la ‘ndrangheta.
Oggi poi è emerso il caso Guidi, ministra con grossolano conflitto di interesse, amica di famiglia di Berlusconi, che non ha mai nascosto le sue simpatie politiche berlusconiane e che si dovrà occupare, pensa un po’, anche di televisione …. ogni commento è superfluo.
Un pensiero “volante” sul ministro dell’economia. Fra le ricette economiche che Padoan ha più volte presentato, oltre la riduzione delle tasse sul lavoro (ne sentiamo parlare da almeno 20 anni), ha parlato anche di un aumento della tassazione sui consumi, sulla casa e sulla opportunità di inserire una qualche forma di tassazione patrimoniale. L’esatto opporto di quanto preteso da Alfano!
Mi auguro che le mie impressioni siano sbagliate, ma credo che ci troviamo di fronte all’ennesimo parolaio arrivista, elemento che dalla nostra parte mancava. Spero di sbagliarmi, ma ……
E comunque, che non si dica che questo è un governo di sinistra per piacere.