In attesa della votazione di domattina che si spera possa essere l’ultima, proviamo a dare le pagelle ai principali protagonisti dei tentativi di elezione del futuro Presidente della Repubblica, basandoci su quel che filtra dai giornali e dalle maratone televisive e radiofoniche, con cui ci hanno ammorbato in questi giorni. Premessa importante: stiamo assistendo all’ennesima dimostrazione di inadeguatezza di tutta la nostra classe politica, tutta, non salvo nessuno. Non si può arrivare alle elezioni presidenziali, peraltro giunte alla scadenza naturale del mandato di Mattarella e non certo all’improvviso, senza avere un piano ben preciso già per la maggior parte delineato
Veniamo agli schieramenti in campo.
Centro-sinistra, è la mia zona di appartenenza ed inizio da qui.
Non ha la forza di proporre-imporre un suo candidato e gioca troppo di rimessa, quasi subendo l’iniziativa di Salvini. Facile apparire compatti e non far emergere i contrasti fra PD e M5S e quelli all’interno dei singoli partiti, se giochi in contropiede. Certamente rimangono sullo sfondo le lacerazioni delle varie correnti dentro il PD o la lotta, nemmeno tanto sotterranea, fra Conte e Di Maio in quel che resta del M5S. E’ triste pensare che il partito che fu di Berlinguer, Paietta, Ingrao, Nilde Iotti non abbia fra i suoi dirigenti almeno una figura che possa divenire il candidato di bandiera su cui far convergere i propri voti, o meglio ancora i voti di tutta l’area progressista, in attesa del candidato vero.
Centro-destra: ad oggi ne esce con le ossa rotte. Ha preteso finora, cianciando su una presunta schiacciante maggioranza, di indicare il candidato ideale. In realtà, a cominciare dall’auto-candidatura di Berlusconi, ha presentato nomi assolutamente invotabili, tant’è che nemmeno loro li hanno votati. E quando hanno tentato la prova di forza con la Casellati, si sono esposti ad una legnata in testa che rimarrà nella storia. Come pensi di far eleggere la Casellati se 71 dei tuoi grandi elettori (se non ho fatto male i conti il 15% del totale) votano altro? Il leader, o presunto tale, che vede drasticamente ridimensionati i suoi progetti di intestarsi un ruolo da regista di queste elezioni e, in futuro, la leadership del centro destra unito è, senza alcun dubbio, Matteo Salvini. A suo dire ha incontrato tutti, ma non ha mai dato l’idea di avere ben chiaro in mente il percorso completo per giungere all’obiettivo finale. Mi è venuto in mente il “faciti ammuina” dei marinai borbonici, chi sta a poppa si sposti a prua e viceversa, chi sta a babordo vada a tribordo e viceversa, espressione di un presunto movimentismo senza capo né coda. Chiaramente ne risulta fortemente indebolito anche il tentativo di autonominarsi condottiero del centro-destra per il prossimo futuro. A proposito di auto-candidature, solo un accenno al canto del cigno del Cavaliere, che, pateticamente, ha tentato di acquistare, acquistare non conquistare, i voti dei grandi elettori del gruppo misto, senza rendersi conto che proprio dento il centro-destra c’erano le serpi in seno. Finale inglorioso di una carriera politica destinata a concludersi stancamente fra ricoveri ospedalieri e sedute processuali. Devo invece riconoscere che da tutta questa vergognosa pantomima ne esce rafforzata l’immagine di Giorgia Meloni. Non si è esposta con incontri a 360°, senza costrutto alcuno, ma ha tenuto il punto su un candidato di destra da imporre senza tentennamenti. Ha mandato Salvini a schiantarsi con la richiesta di votare la Casellati. Non ultima cosa per importanza, grazie alla insipienza della attuale classe politica e alla sgradevole sensazione di incapacità che hanno evidenziato, ha ottenuto un formidabile volano per l’obiettivo dichiarato della destra: arrivare ad una Repubblica presidenziale, con il Presidente votato dal popolo
Manca dalla lista, volutamente, l’altro Matteo … non Berrettini come qualcuno ha pensato, ma il Machiavelli di Rignano, mister 2%. Almeno per il momento, la voglia irrefrenabile di apparire il deus ex machina della situazione non si è concretizzata e penso che ciò difficilmente avverrà. Non ne sono per niente dispiaciuto
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