23 aprile, festa di San Giorgio. Il pensiero va subito a Reggio, di cui San Giorgio è il patrono. Ma soprattutto il pensiero corre alla Promessa Scout, che viene oggi simbolicamente rinnovata. Mi sorprendo sempre più spesso a ricordare gli anni dell’adolescenza (starò diventando vecchio?), a rivedere il cortile del Duomo, le sedi dell’Aspromonte o del Clan Montalto, il campetto, le facce dei tanti compagni d’avventura, gli episodi più o meno strani avvenuti durante le uscite o i campi. Il ricordo, per fortuna, è quasi sempre nitido, ben stampato nella mente: le cose belle non si dimenticano. Non saprei proprio dire, oggi, quale sarebbe stato il mio cammino se nel settembre del 1970 non avessi ceduto alle insistenze di Piero e non lo avessi seguito agli scout, al Duomo. Se non avessi incontrato sulla mia strada un sacerdote eccezionale come don Mimmo, dei capi straordinari come Nuccio, Mario, Celeste, Enzo, se non avessi ancora la “rete di protezione”, mi piace definirla così, degli amici di quegli anni che sono ancora i miei amici veri di oggi. Penso alla mia esperienza confrontata con quella che avevano iniziato nei lupetti Stefano e Serena, esperienza troppo presto interrotta non soltanto per loro responsabilità, e mi rendo conto di quanto io sia stato fortunato. Una volta una persona mi ha detto che, quando parlo delle mie esperienze in Associazione, mi brillano gli occhi: è vero, ho ben presente, e mi mancano, lo spirito di comunione e di avventura che ci univa, le lunghe discussioni nel cortile, l’incoscienza di partire avendo addosso la divisa, il sacco a pelo, una tendina e le poche cose che entravano nello zaino, l’allegria del fuoco di bivacco e i canti con il ritmo delle chitarre suonate da Gregorio, Franco, Salvatore, il profumo dei boschi aspromontani, i selvaggi paesaggi montani ….
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