Se Dio vorrà, per sempre

SE DIO VORRÀ, PER SEMPRE
 
Alziamo il dito per chiedere il silenzio.
Montare la tenda è la cosa più naturale del mondo.
Parliamo con sigle incomprensibili come sq, ba, coca, cda.
Ci mettiamo a piangere quando cantiamo “Insieme”.
Per deformazione personale quando ci incontriamo parliamo in cerchio.
Il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri.
Ci laviamo nel fiume.
Alle prove dei canti dopo due ore ne abbiamo provato uno solo.
D’estate ci abbronziamo con il segno dei calzettoni.
Arrivare significa partire per una nuova avventura.
Attendiamo con ansia il quarto anno di reparto.
Al ritorno dal campo dormiamo tutto il tempo e ci svegliamo a Pantacromo per cantare Pantaflao.
Chi non l’ha fatto non può capire.
Non importa se non si capisce cosa diciamo nel grido di sq, l’importante è che sia urlato il più possibile.
Portiamo l’uniforme perché unisce e non la divisa perché divide.
Piangiamo ai passaggi, alle partenze, alle cerimonie.
“Signor fra le tende schierati” ci faceva venire i brividi ogni sera.
Ci mettiamo la mano davanti la bocca e facciamo il verso degli indiani quando il gioco finisce.
Abbiamo le spalle segnate dallo zaino.
Due stracci colorati possono diventare qualsiasi vestito per qualsiasi lancio.
Alla messa dell’uscita di gruppo c’è sempre qualcuno che con intenzione dice: “Signore ti ringraziamo per questa giornata”.
Mangiamo alla trappeur e ci sembra la cosa più buona del mondo.
Intorno a un fuoco e sotto un cielo stellato sappiamo divertici.
Il lunedì a scuola dormivi perché all’uscita non avevi dormito bene.
Anche sotto la neve in pantaloncini corti.
Quando vediamo i nostri lupetti diventare capi ci sentiamo orgogliosi.
Non vediamo l’ora di indossare con orgoglio il fazzolettone.
Quando tornavi a casa tua madre sperava di buttare te in lavatrice prima dei vestiti.
Questo ban nel mio gruppo lo facciamo cosi.
A messa per fare la pace allarghiamo il mignolo.
Ma Akela è il tuo vero nome?
Il fazzolettone ci ricorda solo momenti belli e indossarlo ci emoziona.
Scout una volta, scout per sempre.
Quando dici stasera c’è CO.CA. la gente pensa male.
Facciamo le due di notte a riunione e il giorno dopo mica è festivo.
Cuciniamo nei bidoni e mangiamo sui refettori.
Mentre ascoltiamo giungla, con il legnetto scaviamo il gran canion.
Nasciamo sulla pista, cresciamo sul sentiero e maturiamo sulla strada.
Ci sentiamo sempre dire “Ma chi te lo fa fare?”
Al campo estivo montiamo alza bandiera di 16 metri.
L’ultima notte di campo si dorme attorno al fuoco.
“No, non c’è la faccio più” e poi arriviamo in vetta e ci sentiamo come non mai.
Se oggi sono quel che sono è merito degli scout.
Per noi fratellini e sorelline.
Per noi esploratori e guide.
Per noi rover e scolte.
Per noi capi.
E per chiunque abbia promesso “Se Dio vorrà per sempre”
 
 
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