TERRA SANTA 2022 – 5° PARTE

Terra Santa 2022:
30-9-2022: la stanchezza fisica inizia a farsi sentire e il don per eccellenza ci ha concesso, bontà sua, mezz’ora di sonno in più, che poi si traduce in “colazione alle 7 e partenza alle 7,40”. Anche oggi però la tattica ha funzionato, per cui il tempo di percorrenza verso Ein Karem, tragitto comunque relativamente corto verso un quartiere collinare periferico di Gerusalemme, è stato abbastanza breve
La Chiesa di San Giovanni Battista è in ristrutturazione, per cui la visita è stata abbastanza breve. Recitato il cantico di Zaccaria, marito di Elisabetta e padre di San Giovanni Battista, ci siamo spostati verso la Chiesa della Visitazione, posta in ricordo della visita che Maria, in cui si è appena incarnato Gesù, compie per aiutare la cugina Elisabetta, incinta in tarda età. Il brano del Vangelo riporta la meravigliosa risposta che la Madonna da ad Elisabetta “l’anima mia magnifica il Signore ed il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore … “, di cui Amedeo ha fatto una bellissima esegesi. Durante l’omelia, nel ricordare l’incontro fra le due donne, entrambe incinte e il “sussulto” di Giovanni Battista nell’udire la voce di Maria (secondo Amedeo, in quel momento il Battista è stato battezzato) ci ha sottolineato l’importanza di condividere la gioia, cosa che oggi facciamo raramente. In genere, nei momenti tristi cerchiamo il conforto degli amici, oppure ci chiudiamo in noi stessi; il momento di gioia invece, spesso, per non dire quasi sempre, non viene condiviso, cosa che dovremmo cominciare a fare, seguendo l’esempio di Maria ed Elisabetta, due donne di diversa età, che per intervento divino sono entrambe incinte, che si incontrano perché la prima, un po’ fanciullescamente, parte da Nazareth per arrivare fino a Ein Karem, come si pensa convenzionalmente. Ci sono infatti solo ipotesi circa la collocazione della casa di Zaccaria ed Elisabetta in questa località
Nel primo pomeriggio siamo saliti al Monte degli Ulivi, ove, alla sommità, viene convenzionalmente situata l’Ascensione del Signore. Confrontando i vari testi evangelici e soprattutto gli Atti degli Apostoli, non vi è certezza del luogo dell’Ascensione. Tra l’altro, a ricordo, sorge un edificio che è moschea, ma che, solo nel giorno dell’Ascensione diviene Chiesa per cui si possono celebrare Messe; solo la Custodia di Terra Santa, cioè i frati francescani all’interno, mentre Ortodossi e Armeni possono anch’essi celebrare nel giorno dell’Ascensione, i calendari liturgici spesso non sono coincidenti, ma all’esterno
Nel ricordare la invisibilità di Cristo Risorto, Amedeo ha ribadito che siamo noi la sua testimonianza vera; chi vuole accostarsi alla fede cristiana, chi è in crisi religiosa ci giudicherà per quello che facciamo non per quello che diciamo. E, affermiamolo francamente, spesso l’esempio della Chiesa, anche quella ufficiale, non è e non è stato dei migliori.
Successivamente ci siamo recati alla Chiesa del Pater Noster, che vuole ricordare, convenzionalmente, il luogo ove Gesù avrebbe insegnato a pregare agli Apostoli. Amedeo ci ha regalato un momento emotivamente fortissimo, recitando il Padre Nostro in aramaico, la stessa lingua di Gesù. Avevo deciso di ascoltarlo ad occhi chiusi, ed ho fatto bene perchè è stata un’esperienza da brividi. Una delle particolarità della chiesa è quella di avere, all’esterno, credo, ad occhio, un centinaio di versioni della preghiera nelle varie lingue del mondo, oltre che in tanti dialetti, anche quelli che neanche ti aspetti, tipo il comacchiese. Sono andato a cercarmi la versione calabrese, che, ovviamente, ho trovato
Siamo tornati relativamente presto in albergo ed ho fatto un salto al Santo Sepolcro. Ho tanti amici che mi hanno chiesto una preghiera particolare ed ho deciso di portare lì, al Sepolcro i desiderata di tutti. Quale posto migliore, il centro della nostra fede! Ho beccato una cerimonia credo armena che mi ha bloccato per almeno 20 minuti. E pensare che avevo solo 4 persone in fila davanti a me!. Ma sono riuscito ad entrare, a salutare il mio amico Gesù; uno degli impegni che prenderò sarà quello di parlare con Lui come posso parlare con i miei amici più cari, con la stessa sincerità, con la stessa disponibilità che ho nei loro confronti. E’ un po’ il ritornello su cui sta battendo Amedeo: per quanto noi possiamo considerarci piccoli, poca cosa, “miserabili” (è il termine che usa spesso), Dio ci ama così come siamo, non dobbiamo sentirci inadeguati davanti a Lui. E’ ovvio che dobbiamo puntare a migliorarci, senza nasconderci dietro uno dei detti più falsi che girano, come ha affermato stasera don Vincenzo, la nostra guida in Galilea che è passato a salutarci: “tra il dire e il fare c’è di mezzo … una decisione da prendere”
E si ritorna al quesito che ronza in testa fin dal secondo giorno: “come usciamo da Cafarnao?”
Felice di aver intrapreso questo viaggio, mi sta arricchendo oltre le mie più ottimistiche previsioni
Domani giornata campale: si torna sul Monte degli Ulivi per scendere a piedi verso Gerusalemme; ci fermeremo al Dominus Flevit, da dove Gesù pianse per Gerusalemme, arrivando fino a Getsemani e alla Basilica delle Nazioni; andremo alla Tomba (vuota) di Maria e, credo, alla piscina di Betzaeda, ove fu guarito il paralitico. Nel pomeriggio, Santa Messa alla Flagellazione da dove, al termine, inizierà la via Crucis lungo la via Dolorosa che si concluderà, ovviamente, al Sepolcro
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