Terra Santa – diario di viaggio – parte terza

Stasera inizierò dalla fine. Fuori programma improvvisato dopo cena con altre 3 coppie e la mitica Umberta, nonnina terribile che da una pista a tanti giovani e passeggiata fino al Santo Sepolcro, distante 5 minuti dall’albergo. Non c’era praticamente nessuno, una fila di ben 4 persone davanti. Un’emozione unica, confesso che mi sono commosso nel toccare la pietra del Sepolcro, nel pensare che proprio lì, 2000 anni fa, giaceva il corpo senza vita di Gesù. Questa, senza dubbio, è stata l’emozione più forte provata finora. E sempre nel complesso del Santo Sepolcro toccare la pietra ove è stato lavato e profumato il corpo di Nostro Signore una volta deposto dalla Croce, la colonna della Flagellazione, l’edicola che ricorda l’apparizione dell’Angelo alle pie donne la mattina di Pasqua. Si, la storia di Gesù non è un film o un libro tramandato ai posteri, noi stiamo rivivendo il suo percorso terreno, stiamo passando negli stessi suoi luoghi, calpestando la stessa terra.
Oggi poi, per caso, abbiamo vissuto l’inizio e la fine. La mattinata è iniziata nel campo dei pastori di Betlemme, dove la tradizione vuole che l’Angelo sia apparso ai pastori per annunciare la nascita di Gesù, proseguita poi con la visita, fra le altre, della grotta della Natività con il luogo della nascita vera e propria e, nei pressi, la mangiatoia ove fu deposto. Ovviamente la mangiatoia oggi non c’è più, la reliquia è conservata a Roma non ricordo in quale chiesa.
Pomeriggio nel segno di Maria, con la visita, a Ein Kerem, della Basilica della Visitazione che ricorda l’incontro fra la Vergine Maria e la cugina Elisabetta, incinta di colui che sarebbe diventato San Giovanni Battista
Ma, a fronte della serata, tutto passa in secondo piano, almeno finchè non avrò assorbito e rielaborato le emozioni del Santo Sepolcro

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